Verdi Brescia: “Misure drastiche contro la strage da inquinamento”

Tra città e provincia ci sono piu' di 1000 morti all'anno, tre al giorno, dovuti all'aria malata. E il lungo periodo di lockdown non ha migliorato le cose.

(red.) Nonostante il lungo periodo di lockdown per l’emergenza Covid, l’aria della Lombardia e di Brescia non è migliorata, a confermarlo oggi sono stati l’assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo e il presidente dell’ Agenzia regionale per la protezione dell’ ambiente (Arpa) Stefano Cecchin nella consueta rilevazione della qualità dell’aria svolta da Arpa.
Dai dati emerge che nel 2020 c’è stato un peggioramento della media annua e un aumento dei giorni di superamento del limite del pm 10. Un po’ meglioè andata per il diossido di azoto (NO2) che è calato rispetto alla rilevazione precedente.

“Non è certo un risultato di cui andare fieri, è anzi un dato triste, tristissimo, su cui riflettere”, scrivono in una nota i Verdi Europa-Verde di Brescia, “quello che emerge dalla Corte europea di giustizia che ha condannato il nostro paese e la nostra Brescia che hanno violato in maniera sistematica e continuata le norme europee sulla qualità dell’ aria. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’ Unione europea nella sentenza sui valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle pm 10, derivanti da auto, attività industriali e inceneritori”.

“Per l’aria malata a Brescia e provincia”, scrivono ancora i Verdi, “ci sono piu’ di 1000 morti all’anno, tre al giorno (dati elaborati dall’ Ats, l’Agenzia ditutela della della salute). Oltre ai decessi diretti, infatti, ci sono quelli correlati, come infarti, circa 200 ogni anno, e ictus. In crescita anche i ricoveri ospedalieri, in particolare per l’aumento delle patologie respiratorie, che sono circa 4 mila ogni anno. L’inquinamento generalmente incide per il 7% nelle cause di morte. Percentuale che sale al 10% nella nostra provincia”.

Salvatore Fierro portavoce dei Verdi-Europa Verde Brescia: “Per combattere l’inquinamento servono risposte e soluzioni eccezionali per far ripartire la nostra città. In che modo? Attraverso la promozione di interventi per una mobilità sostenibile, sviluppo della mobilità ciclistica (la bici è il mezzo che permette il migliore distanziamento sociale); riconversione energetica del patrimonio edilizio cittadino attraverso l’approvazione di un regolamento comunale di edilizia sostenibile che preveda anche incentivi per chi risparmia e realizzazione di parcheggi di scambio”.

Inoltre, continua Fierro, bisogna “incentivare il servizio di car sharing (a Brescia non è mai partito); più smart working, evitare di far entrare ogni giorno 580 auto private che si muovono dal parcheggio sotterraneo di Piazza Vittoria incrementando, di fatto, l’inquinamento cittadino. Una contraddizione che potrebbe essere facilmente evitata attraverso la realizzazione di parcheggi scambiatori nelle zone periferiche e la pedonalizzazione dell’intero centro storico”.

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