Nella zona dell’Adamello-Brenta ormai il lupo ha messo su casa

La notizia arriva dal Trentino. Sulle nostre montagne sta diventando stanziale il grande carnivoro. Una coppia avvistata più volte sul Grostè.

(red.) La notizia farà sicuramente piacere a chi è attento alla natura e all’ambiente. Sull’Adamello e nelle zone limitrofe, per il momento principalmente dalla parte trentina, il lupo è ritornato stanziale. Ad annunciarlo è il Parco Naturale Adamello Brenta, area protetta istituita nel 1967 dal Trentino, la più vasta della regione.
Da più di dieci anni venivano registrati passaggi occasionali di qualche esemplare di lupo, si legge sulle pagine web del Parco, ma da qualche tempo sono diventati più assidui gli avvistamenti di una coppia di lupi che si verificano nella parte settentrionale della zona protetta, nei dintorni del Grostè sulle Dolomiti del Brenta. Ma avendo il lupo un areale abbastanza vasto e non conoscendo né rispettando i confini amministrativi, tutta la zona è interessata al ripopolamento naturale da parte di questo grande carnivoro.
Lupi, per esempio, sono stati più volte avvistati anche nel Bresciano negli ultimi anni, sui monti attorno a Vezza d’Oglio, nella zona del Mortirolo, nel febbraio scorso sul Tonale , ma anche a Ponte di Legno, 0ppure sull’Alto Garda a Magasa e in Valvestino, dove sono stati immortalati dalle fototrappole.

Adesso però il passaggio del lupo non sembra più occasionale. Andrea Mustoni, zoologo del Parco, tiene anche a rassicurare gli escursionisti: “C’è da dire a gran voce una cosa, molto semplice ma molto vera: il lupo non è pericoloso, come la maggior parte della gente può pensare. Noi siamo probabilmente condizionati da fiabe e racconti con i quali siamo cresciuti ma il lupo è un animale che non aggredisce.”
Di fatto, come spiega Mustoni in un video dalle pagine del Parco, sul territorio nazionale ci sono adesso alcune migliaia di lupi, in particolare sugli Appennini  la presenza storica è sempre stata di una certa consistenza, eppure mai si sono verificate aggressioni. Quindi il lupo è un animale poco pericoloso.
La sua indole schiva e attenta fa anche sì che gli incontri con l’uomo siano difficilissimi. Nel caso di un incontro, comunque, le regole sono le stesse che valgono anche per tutti gli altri animali selvatici: “Dobbiamo cercare di non interagire con loro”, spiega Mustoni, “perché tutti in un certo senso hanno un grado di pericolosità nei confronti dell’uomo.”.

Tuttavia l’arricchimento della fauna presente sul territorio è vitale anche per l’uomo, sostiene ancora Mustoni: “Il lupo e l’orso, così come altri mammiferi, sono delle tessere degli ecosistemi, ecosistemi che più complessi sono e più rimangono in equilibrio con la natura, quindi anche con l’uomo. Ma c’è un secondo valore, molto importante, soprattutto per chi lo sente, che è un valore di tipo culturale. Noi siamo cresciuti, ci siamo evoluti e nella nostra storia ci sono sempre stati i lupi, gli orsi, i cervi, i caprioli. Un futuro senza questi animali sarebbe un futuro sicuramente molto più povero”.

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