Bracconaggio, colpi a pettirossi e sparviere e trovati 40 richiami illegali

Due cacciatori di un appostamento fisso sorpresi con decine di esemplari senza anelli e catturati illegalmente.

(red.) Nello scorso fine settimana appena passato, le guardie forestali e altre forze dell’ordine chiamate a verificare il rispetto delle leggi in tema di caccia sono state impegnate in altri interventi, anche per episodi segnalati dagli ambientalisti. Nella giornata di ieri, per esempio, domenica 11 ottobre, un capannista è stato sorpreso dai carabinieri forestali per aver sparato a due pettirossi, che sono specie protetta. E nei giorni precedenti nel mirino di un cacciatore era finito anche uno sparviere a Roè Volciano, in Valsabbia. Ad appurare i colpi era stata la scoperta di tre pallini nel corpo del volatile, anche questo protetto.

Al momento dall’inizio della stagione venatoria si parla di tre uccellatori fermati in Valsabbia e in Valcamonica. Un altro intervento ha portato le guardie volontarie dell’Arci Caccia e Legambiente con i carabinieri forestali di Gavardo a raggiungere la campagna di Nuvolera.

Qui, intorno a un appostamento fisso di caccia, c’erano quaranta uccelli usati come richiami vivi ma catturati in modo illegale e senza anellini di riconoscimento. Due cacciatori sono stati quindi denunciati per uso di richiami di provenienza illecita e falsificazione di sigilli, mentre gli uccelli sequestrati sono stati rimessi in libertà.

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