Impianto biometano, “controrelazione di A2A inverosimile”

Ora i comitati ambientalisti che si battono contro il progetto chiedono un confronto pubblico: "L'utility inviti Alghisi".

(red.) Sono trascorsi i “dieci giorni” (in realtà 30, poiché partivano dal 30 giugno), e alla Provincia di Brescia sono arrivate le agognate “controdeduzioni” di A2A al “preavviso di diniego” emesso dalla stessa per l’ennesimo impianto biometano da Forsu a Bedizzole.
I tecnici del Comitato Cittadini di Calcinato e delle associazioni ambientaliste hanno letto i rilievi tecnici dei tre ingegneri di A2A e li hanno trovati inverosimili, surreali.

Tanto che, gli stessi ambientalisti, adesso sfidano i proponenti di A2A a un confronto pubblico sull’impianto. “I rappresentanti di A2A potranno portare al duello pubblico anche il proprio miglior avvocato, ovvero il presidente della Provincia di Brescia, Alghisi, che tanto si è speso, in interviste e interferenze con i tecnici per agevolare e accelerare l’autorizzazione. La “controrelazione” di A2A non fuga nessuno dei dubbi espressi in Conferenza di Servizi dagli ambientalisti, dalla Provincia, da ATS e Arpa”.


Il numero di impianti per il trattamento di rifiuti e Forsu, in Lombardia, ribadiscono i Comitati e le Associazioni, sono già in esubero rispetto alle esigenze della regione
. Non vi è assolutamente necessità di un ennesimo impianto inquinante, odorigeno e impattante in un territorio già massacrato da discariche e impianti di varia natura.
“A2A, come già dimostrato a Giussago-Lacchiarella (Pv-Mi), con uno studio del Politecnico di Milano, non è in grado di gestire i presidi ambientali, con efficienza e trasparenza. Gli impatti, al di là delle arcadiche e fantasiose raffigurazioni dei tecnici dell’utility, sono molto importanti e i cittadini saranno costretti, ancor più di prima, a vivere con le finestre chiuse”.
“Se l’autorizzazione dovesse essere concessa, grazie alle pressioni del presidente Alghisi, non esiteremo alle battaglie più dure e su tutti i fronti: da quello fisico a quello legale, con ricorso al TAR e denunce alla Procura e all’Antimafia di Brescia”, afferma l’ex deputato, Stefano Apuzzo.

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