Caffaro, dopo lo stop del Tar preoccupazione per i 54 addetti

Si valuta anche la situazione dei dipendenti che sono fermi dallo scorso ottobre, dopo la sospensione dell'Aia.

(red.) Dopo la sentenza del Tar di Brescia che ha respinto il ricorso della Caffaro e dando ragione, invece, alla Provincia di Brescia sulla necessità di smaltire i rifiuti per poter proseguire con l’attività produttiva in città, resta di attualità la preoccupazione per i 54 dipendenti che dallo scorso 14 ottobre sono fermi. Risale proprio a quel giorno la sospensione da parte del Broletto dell’Autorizzazione integrata ambientale e inducendo quindi gli impianti a fermarsi e a stoppare la produzione.

Su questo fronte e rispettando l’esito del Tar “abbiamo iniziato a fermare il reparto clorato e tutta la produzione si fermerà in sicurezza – ha detto il direttore generale della Caffaro di Brescia Alessandro Francesconi – per i dipendenti tutto dipende da quanto durerà lo stop”.

E lo stesso direttore generale sta però anche valutando la possibilità di fare ricorso al Consiglio di Stato, anche se i tempi sarebbero destinati ad allungarsi. Dopo la sentenza del Tar, anche l’assessore comunale all’Ambiente Miriam Cominelli ha sottolineato la priorità che venga mantenuta la barriera idraulica per salvaguardare l’interesse pubblico e mettere in sicurezza il sito.

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