Discariche e disastro ambientale in Valsabbia, “si sapeva da 9 anni”

Lo dimostrerebbe una denuncia di due guardie venatorie alla procura della repubblica di Brescia. Datata 2011.

(red.) Il disastro ambientale causato da tre discariche, in Valsabbia, non era certo una novità. Questo, almeno, secondo il WWF di Brescia. Una coppia di guardie venatorie dell’associazione, infatti, nel lontano 2011, aveva denunciato alcuni episodi di inquinamento, e la procura della Repubblica era stata allertata. L’indagine di Arpa e carabinieri, però, sono iniziate nel 2019, mentre i sequestri delle aree tossiche sono avvenuti qualche giorno fa. Nove anni dopo le segnalazioni degli ambientalisti.
“Era il 30 novenbre del 2011 quando due Guardie Giurate Venatorie WWF Italia nel corso di un servizio di vigilanza si trovarono di fronte ad uno scenario incredibile. Così fu descritto nella denuncia di Notizia di Reato ex art.331 cpp inviata alla Procura della Repubblica di Brescia: “Il letto del torrente Vergomasco era completamente ricoperto da una sorta di patina melmosa di colore bianco latte per uno spessore variabile di alcuni centimetri. Tale patina ricopriva interamente l’alveo del Rio per circa 500 metri fino alla confluenza con il Fiume Vrenda che a sua volta è affluente del fiume Chiese. Risalendo il Rio Vergomasco si poteva raggiungere un’area circondata da una recinzione a rete che racchiudeva un fabbricato e quella che apparentemente sembrava una discarica di inerti. A lato del fabbricato si poteva chiaramente vedere attraverso la rete la presenza di una tubazione da cui fuoriusciva dell’acqua. Dallo stesso punto si formava la patina melmosa bianca che poi continuava nell’alveo del torrente Vergomasco che ne appariva completamente ricoperto, tanto da presentarsi apparentemente biologicamente morto”.

“Apprediamo che nei giorni scorsi l’intera area interessata dallo stoccaggio di scorie siderurgiche è stata posta sotto sequestro”, spiega una nota dell’asssociazione “e confidiamo che l’eccellente lavoro posto in essere dai Carabinieri Forestali possa interrompere i comportamenti delittuosi – veri e propri crimini di natura – che hanno devastato il territorio, distrutto un ambiente prezioso e azzerato ogni forma di vita che dipende dalle acque, dentro e fuori; senza contare i danni per la salute umana, considerata la durata e l’entità dell’inquinamento. Il sequestro ha avuto un largo eco anche grazie alle dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa: siamo davvero lieti che finalmente questo ecocidio sia stato fermato, e ci auguriamo che questi habitat possano venire risanati e rinascere, ma ci dispiace che ci siano voluti quasi 10 anni dalla nostra prima segnalazione”.
Il WWF si costituirà parte civile nel procedimento a carico dei responsabili di questo scempio.

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