Depurazione Garda, comitati fanno sette proposte

Gli ambientalisti, contrari alle soluzioni di Gavardo e Montichiari con gli scarichi nel Chiese, avanzano scelte da poter tenere conto per pulire i reflui.

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(red.) La soluzione voluta da Acque Bresciane per realizzare due depuratori a Gavardo e Montichiari con cui pulire i reflui scaricando tutto nel fiume Chiese viene contestata da più parti. Soprattutto dai comitati ambientalisti che ora sono passati alla parte della proposta. Sono sette le ipotesi che il Comitato referendario Acqua Pubblica Brescia e il Comitato Gaia di Gavardo mettono in campo. Infatti, contestano il progetto di Gavardo perché sarebbe molto costoso e con pochi benefici a livello ambientale e per un’opera che dovrebbe durare almeno 50 anni.

Di conseguenza, gli attivisti chiedono di usare aree non più utilizzate e dove destinare gli impianti. La prima soluzione che propongono è di sostituire la condotta sublacuale e rifacendo le parti più ammalorate per evitare infiltrazioni. Oppure un adeguamento e potenziamento del depuratore di Peschiera per scaricare nel Mincio e un depuratore a Lonato diretto verso il lago per i paesi fino a Moniga e Puegnago. Ma anche una variante tenendo le condotte esistenti e con un nuovo depuratore a Toscolano per i paesi fino a Padenghe.

Oppure due nuovi depuratori all’ex Fonte Tavina di Salò per i paesi del nord del Garda e un altro a Lonato per quelli a sud e da scaricare direttamente nel lago. Un’altra soluzione che propongono è quella di due nuovi depuratori all’ex mollificio a San Felice e nelle vecchie cave di Manerba. Oppure un impianto a Toscolano mantenendo le condotte e uno a Lonato. Infine, tre depuratori da poter realizzare tra l’ex Fonte Tavina di Salò, l’ex mollificio a San Felice e a Lonato.

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