Bracconaggio, bresciani peggiori in Lombardia

Risultati dei controlli fatti dai carabinieri del Soarda. Colpiti quanti avevano piazzato reti, ma anche archetti, trappole varie e preso uccelli protetti.

(red.) Nell’ambito degli interventi per l’Operazione Pettirosso contro i bracconieri, in nemmeno un mese sono state 102 le denunce a carico di bresciani beccati a cacciare con trappole e reti. E’ il risultato dell’attività condotta dai carabinieri forestali del Soarda e che si aggiornano con 1.235 mezzi di cattura illegale scovati tra richiami acustici e archetti. Entrando nel dettaglio dei controlli, a Pertica Bassa è stata trovata una rete e identificato il proprietario che si è visto sequestrare 500 pettirossi morti, così come a Bagolino. Altri 56 fucili posti sotto sequestro perché usati contro specie protette, 2.600 esemplari morti di avifauna e attività su tutto il territorio bresciano.

Denunciati due trappolatori a Malegno e bloccati i gestori di una rete a Carpenedolo e scoprendo anche un richiamo acustico e quasi 7 mila munizioni oltre a uccelli congelati. Tra gli altri interventi, un cacciatore era scappato all’alt dei carabinieri disfandosi dei volatili, ma poi ne sono stati trovati altri. Così come un soggetto che aveva trasformato il proprio campo di mais in un terreno di caccia illegale dove aveva catturato pettirossi e peppole.

Nella zona industriale di Odolo, invece, il proprietario di un capannone non più attivo aveva trasformato il tetto in un roccolo con tanto di reti e cacciando uccelli. Nei guai anche un allevatore franciacortino per aver manomesso gli anellini di riconoscimento a varie specie. In tutti i casi le denunce sono arrivate per maltrattamento e uccisione di animali e furto aggravato ai danni dello Stato. Nel frattempo dal Wwf Lombardia fanno sapere che i controlli di contrasto al bracconaggio hanno portato a denunciare 24 bresciani, tra i più colpiti anche quando si tratta di andare fuori dalla provincia.

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