Caccia, boom di verbali. Colpiti diversi rapaci

Atti di bracconaggio e cattura illecita in tutte le zone del bresciano, dalla città fino alle valli e ai laghi. Recuperati 45 esemplari di gufi tramortiti.

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(red.) Il 31 gennaio si è chiusa la stagione venatoria anche nel bresciano dopo essere iniziata il 17 settembre. E le forze dell’ordine, a partire dai carabinieri forestali e dal Nucleo ittico venatorio della Polizia provinciale hanno tratto un bilancio di cui scrive Bresciaoggi. Soprattutto per quanto riguarda i verbali e le multe emesse a carico dei cacciatori in una delle stagioni che è risultata essere tra le più ricche di episodi illeciti. Ma non solo per i bresciani nel territorio provinciale, bensì anche per quelli che hanno praticato l’attività nel resto d’Italia.

Si parla di piccoli uccelli protetti abbattuti, richiami acustici illegali e reti e trappole. Tra i più colpiti sono i rapaci, tanto da recuperare 45 esemplari e di cui alcuni morti in seguito a causa delle ferite. Molti altri della stessa specie sono stati colpiti dai pallini e non più ritrovati. E le zone bresciane in cui gli atti di bracconaggio sono stati compiuti sono in tutta la provincia, dalla città alle valli e fino ai laghi.

Nei casi in cui gli animali protetti sono stati salvati sono poi stati condotti al centro di recupero degli animali selvatici del Wwf nella bergamasca e al Cras del Parco Adamello di Paspardo. Nei numeri, citando quelli riportati dal quotidiano bresciano, si tratta di 13 poiane abbattute e ritrovate, altri 11 sparvieri, 10 gheppi, quattro falchi pellegrini, un lodolaio, due gufi comuni, civette catturate con le piccole tagliole illegali, aironi e un ibis sacro.

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