M5S: maxi inchiesta rifiuti, da Napoli a Brescia

Il deputato bresciano Ferdinando Alberti ha raccontato quanto appreso dal procuratore di Brescia Sandro Raimondi, in una commissione bicamerale d'inchiesta.

(red.) “ll traffico illecito dei rifiuti ora viene anche dal Sud diretto a Nord. È quanto ha raccontato in un’audizione in commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti il procuratore di Brescia Sandro Raimondi”. Lo spiega in una nota stampa Ferdinando Alberti, deputato del Movimento 5 Stelle.

La procura, ha spiegato il parlamentare, sta seguendo una grossa inchiesta che coinvolge ben 26 indagati e numerose aziende del calibro di Hera Ambiente, A2A, Colari, e Aral di Alessandria. Le nuove rotte dei rifiuti partono da Napoli (Sapna), Roma (Colari, Cerroni), verso il Nord, presso l’impianto di incenerimento di A2A a Brescia e la discarica (esaurita) di Aral ad Alessandria.

“Il rifiuto meno lo tocchi più guadagni”: è una delle frasi che sono uscite dalle intercettazioni telefoniche dell’inchiesta che ha seguito la movimentazione di 100.000 tonnellate di rifiuti nel biennio 2014/2016, per un illecito guadagno di 10 milioni di euro.

I rifiuti in questione, secondo il politico Pentastellato, sono costituiti da materiale potenzialmente in parte recuperabile, che con il classico giro di bolla finiva a smaltimento: “Come altre volte abbiamo visto fare, con questo “cambio di carte” il rifiuto cambia codice, venendo così smaltito con maggior utile per la “struttura criminale”, per dirla con le parole del procuratore. E chiaramente non parliamo solo di truffa e danno concorrenziale con le aziende virtuose, ma di un enorme danno ambientale. Infatti secondo quanto abbiamo potuto appurare, si trattava di rifiuto umido e secco residuo da raccolta differenziata che veniva gettato in discarica senza subire il processo di stabilizzazione. Le aziende da cui il rifiuto proveniva, seppur con gare di appalto regolari, sono anch’esse indagate”.

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