Darfo, Ibis ucciso, cacciatori dal prefetto

(red.) Il caso del rarissimo uccello Ibis eremita ucciso da un cacciatore e trovato a terra tra le montagne di Darfo Boario Terme, nel bresciano, ha sollevato un polverone. Tenendo anche conto che l’esemplare, riportato in Europa attraverso un progetto comunitario per riabilitarlo dall’estinzione, potrebbe essere stato l’ultimo.

E di fronte al rischio che l’Unione Europea, sulla segnalazione del Wwf Lombardia, possa sospendere l’attività venatoria, il resto dei cacciatori ha voluto isolare subito il responsabile che andrà probabilmente verso un processo penale. Tanto che mercoledì 9 novembre i presidenti provinciali dell’Associazione Cacciatori Lombardi di Brescia (Fortunato Busana) e Bergamo (Gino Marini) hanno voluto incontrare il prefetto di Brescia Valerio Valenti.

Sono le due delegazioni che operano sulle zone dove è stato rinvenuto impallinato il particolare uccello. I due rappresentanti hanno voluto condannare l’episodio, ma espresso a Valenti anche una particolare preoccupazione. Lamentano la presenza di alcuni volontari ambientalisti tedeschi che farebbero pressing psicologico sui cacciatori, creando delle tensioni. Il prefetto, raccolta la solidarietà delle doppiette contro l’uccisione dell’Ibis, ha annunciato che sentirà il ministero dell’Ambiente sulle direttive da adottare a proposito delle segnalazioni.