Rifiuti, “Brescia è la terra dei fuochi”

(red.) La “Terra dei Fuochi” non è in Campania, ma a Brescia. Parola dello storico dell’ambiente Marino Ruzzenenti che in un’intervista a Il Giorno definisce Brescia “immondezzaio d’Italia”. E parla di come in provincia vengano smaltiti 57 milioni di metri cubi di rifiuti tossici contro i 10 della zona di Gomorra. Secondo lo storico, capita che dagli impianti di trattamento escano dei fumi densi neri, ma in pochi segnalano l’allarme e lo smaltimento prosegue senza problemi.
Nel bresciano arriverebbe il 70% dei rifiuti speciali da tutta la Lombardia e in molte discariche ci sarebbero soprattutto scarti dell’industria siderurgica. In più, ci sono quattro discariche di scorie radioattive e a Lumezzane è stato realizzato apposta una struttura protetta. Ruzzenenti parla anche di “rifiuti sotto terra ancora non scoperti e che non sappiamo dove siano”. Diversi casi che hanno portato gli ambientalisti a far aprire un’inchiesta alla procura di Brescia sui rifiuti dall’estero, tanto che lo storico definisce Brescia un “territorio diventato vocazione per i rifiuti”.
Nell’analisi di Ruzzenenti ci sono anche i comportamenti più attenti dei cittadini che non vogliono altre discariche e parla del termovalorizzatore e della Valcamonica che si è ritrovata con milioni di rifiuti da smaltire arrivati dall’Australia. Ma l’azienda incarica, la ex Selca, è fallita e coinvolta in un processo. Lo storico chiede di fermare nuove discariche e mappare tutti i veleni.