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Castella 3, “rischio sismico” per Rezzato

Il Codisa contro il progetto della discarica che metterebbe a repentaglio anche la falda acquifera.

(red.) Un altro passaggio per la discarica Castella 3 di Rezzato, nel bresciano. E’ fissata infatti per martedì 29 giugno la conferenza dei servizi istruttoria che deve esprimersi sul progetto.
Il Codisa, Comitato Difesa Salute & Ambiente di Brescia, da sempre contrario a questo nuovo impianto, che verrebbe a realizzarsi fra Rezzato e Buffalora, ha inviato una serie di osservazioni alla  Provincia, chiedendo il respingimento della discarica da 905 metri cubi di rifiuti non pericolosi e che “si proceda al più presto al recupero ambientale del lotto”.

Tra gli appunti inviati in Broletto il rilievo che “lo stato dell’area non risulta essere come indicato per l’inizio delle operazioni di preparazione della discarica. La società che fa capo a Garda Uno afferma che l’escavazione è in fase di ultimazione, e questo risulta anche dai nostri controlli”, un fatto che “permetterebbe l’inizio delle operazioni di preparazione della discarica”.

Secondo il nuovo presidente del Codisa, Anna Ravanni ed il vice Francesco Venturini, “nel nuovo Piano cave provinciale il sito è stato stralciato dall’Ate25, e quindi l’escavazione è stata dichiarata conclusa prima della presentazione del progetto di discarica”. Si tratterebbe secondo il Comitato, di una “escavazione non autorizzata”, e per questo motivo, l’intervento in atto dovrebbe essere bloccato e “l’area ripristinata allo stato di fatto in cui si trovava al momento dello stralcio del lotto dall’Ate25”.
Per il Codisa non ci sono dubbi, il progetto “va respinto”.

Nel mirino del Comitato bresciano anche l’argine artificiale in terreno rinforzato, lungo 400 metri sul lato sud, dove, se realizzata la discarica, i rifiuti “arriverebbero fino a 10 metri sopra il piano campagna, separati dall’argine e distanti solo una sessantina di metri dall’acqua di falda”. Un’eventualità che andrebbe a collidere fortemente con  il rischio sismico in cui è collocato il comune di Rezzato, già inserito in “zona 2, in cui possono verificarsi forti terremoti”.

Secondo il Codisa si tratta di un “pericolo volutamente sottovalutato” in quanto il progetto, viene rilevato dagli ambientalisti, “necessita di una diga che separi il lato più lungo e più soggetto alla pressione dei rifiuti contenuti dal lago di falda”.

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