Aviaria, settore avicolo in affanno: metà dei focolai nel Bresciano

"L'influenza dei polli" ha determinato, nella Bassa, l'abbattimento di oltre un milione e 250 mila capi. Il Governo ha stanziato 30 mln di euro, ma ne serviranno molti di più per gli indennizzi.

(red.) L’influenza aviaria che ha colpito diversi allevamenti nel Bresciano si prospetta come un’altra grande emergenza (rispetto a quella del 2017-2018) soprattutto di carattere economico per gli allevatori del settore.
Se, infatti, l’epidemia, partita dal vicino Veneto e che ha investito, progressivamente, decine di impianti soprattutto nella Bassa Bresciana (Isorella, Pavone, Pralboino, Milzano, Cigole, San Gervasio, Remedello, Gambara, Gottolengo e Calvisano), è stata contenuta con l’applicazione dei protocolli e con gli abbattimenti preventivi, anche se la curva dei contagi scende più lentamente delle previsioni, dall’altro lato resta l’incertezza relativa ai ristori ed agli indennizzi.

Sono stati 56 i focolai in Lombardia, la metà dei quali nella provincia di Brescia dove sono stati abbattuti oltre un milione e 125mila capi (tra casi infetti e abbattimenti preventivi).
Il Governo ha intanto messo a bilancio 30 milioni di euro (che raddoppieranno con le risorse dell’Unione europea), ma si stima che i danni causati dall’aviaria saranno ben più consistenti. L’assessore regionale all’Agricoltura, il bresciano Fabio Rolfi ha chiesto “di ragionare nel medio lungo periodo, con un grande investimento in materia di biosicurezza avvalendosi delle risorse del Pnrr. La filiera avicola è una straordinaria eccellenza del Made in Italy”.
“La Regione Lombardia”, secondo l’assessore lombardo, “in questi due anni ha investito due milioni di euro, ma serve un grande piano nazionale per rendere sicuri gli allevamenti e difenderli dal pericolo ciclico della aviaria, portata dalla fauna selvatica”.

 

 

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