Gessi di defecazione, Roma “boccia” il tracciamento

Ritenuta “costituzionalmente illegittima” dal Mise la legge regionale sulla tracciabilità dei gessi da defecazione che li equiparava ai rifiuti e ai fanghi.

(red.) Doppia bocciatura da Roma per la legge, approvata in via definitiva dal Consiglio regionale della Lombardia, riguardante il controllo, il monitoraggio e la tracciabilità dei gessi di defecazione da fanghi utilizzati in agricoltura, promossa dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, il bresciano Fabio Rolfi, e dall’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo.

Il Ministero della Transizione ecologica (Mite) che già qualche settimana fa la aveva definita “costituzionalmente illegittima”, ora ribadisce il concetto, ovvero niente tracciamento dei materiali che, al momento, sono (e restano) equiparati in agricoltura a semplici fertilizzanti.

Rigettata dunque la validità della legge numero 15 del 6 agosto 2021 voluta dalla Lombardia, che prevedeva che i gessi venissero sottoposti alle medesime regole in vigore per i rifiuti ed i fanghi. Questo perché, come ha ribadito il Mise, “la competenza in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema è un’esclusiva statale” e non regionale.

Il Pirellone, però, si era mosso varando la normativa proprio in assenza, dopo lo scandalo Wte che ha coinvolto anche il territorio bresciano, per “sanare” una carenza normativa al riguardo.

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