Rolfi: “Biogas sia riconosciuto come fertilizzante”

L'assessore regionale lombardo all'Agricoltura chiede al Governo il via libera per il digestato, in sostituzione dei fertilizzanti chimici.

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(red.) “Le Regioni fanno fronte comune per chiedere al governo una norma che preveda il riconoscimento del digestato come fertilizzante. Ringrazio il coordinatore Federico Caner per aver portato la mia proposta immediatamente in commissione. Il prodotto da digestione anaerobica è una sostanza green utilizzabile anche nelle zone vulnerabili in sostituzione dei fertilizzanti chimici, in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economia circolare. L’innovazione e gli investimenti delle aziende agricole offrono alternative a fanghi e gessi. Non utilizzarle sarebbe controproducente”.

Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, il bresciano Fabio Rolfi in seguito all’approvazione all’unanimità da parte della commissione politiche agricole della conferenza Stato Regioni della proposta di riconoscere il digestato come fertilizzante.

“Inspiegabilmente, la scorsa settimana, in commissione Ambiente alla Camera2, ha aggiunto Rolfi, “la proposta è stata bocciata, ma come spesso accade la sensibilità dei territori è ben diversa rispetto a quella del legislatore nazionale, al di là del partito e della posizione geografica. Il settore agricolo troppe volte è vittima di visioni ideologiche, mentre le sfide future legate alla sostenibilità ambientale vanno affrontate con pragmatismo. L’utilizzo del digestato consentirebbe di valorizzare la materia organica delle nostre stalle”.

“I recenti fatti di cronaca”, ha detto l’assessore, “ci hanno dimostrato come sia necessario intervenire: la Regione Lombardia l’ha fatto, vietando i fanghi nei campi in 167 Comuni e predisponendo un disegno di legge per il controllo, il monitoraggio e la tracciabilità dei gessi. Ora è necessario un intervento nazionale per fornire alternative green”. “

“La Lombardia”, ha concluso Rolfi, “ha 450 impianti di biogas agricolo sui 2.000 presenti in Italia. Più materia organica significherebbe meno sostanza chimica nei campi”.

 

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