Mais da granella di filiera italiana, “finalmente i primi risultati”

L'importo del contributo è pari a 100 euro per ogni ettaro coltivato a mais, soia e leguminose fino ad un massimo di 50 ettari.

(red.) Confagricoltura Brescia esprime soddisfazione per gli importanti risultati concreti che iniziano ad arrivare in seguito alla firma dell’Accordo Quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata, fortemente voluto dall’organizzazione e realizzato grazie al lavoro della Sezione cerealicola e dell’Associazione maiscoltori italiani (Ami).
“Grazie all’applicazione congiunta dall’Accordo Quadro e dell’incentivo previsto dal ministero – spiega Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia – da questa campagna di commercializzazione i produttori italiani di mais potranno percepire premialità aggiuntive rispetto al normale prezzo di mercato per il prodotto raccolto”.
Infatti, con l’istituzione del Fondo per la competitività delle filiere Mais e Soia, quest’anno è possibile presentare richiesta di accesso al contributo mais, soia e leguminose per le aziende agricole che aderiscono a contratti di filiera triennali sottoscritti tra i produttori singoli o associati ed altri soggetti delle fasi di trasformazione e commercializzazione.

L’importo del contributo è pari a 100 euro per ogni ettaro coltivato a mais, soia e leguminose (pisello da granella, fagiolo, lenticchia, cece, fava da granella e favino da granella) fino ad un massimo di 50 ettari per beneficiario.
In attesa che vengano emanate le disposizioni attuative per presentare la domanda di accesso ai contributi in questione, ricordiamo che Confagricoltura ha sottoscritto l’accordo quadro Mais da granella certificata per le annualità 2020-2022 e che i contratti di secondo livello, previsti da questo accordo rientrano nei contratti di filiera.
“L’Accordo Quadro, firmato da Assalzoo in rappresentanza dell’industria mangimistica, da stoccatori, essiccatori e ditte sementiere – afferma ancora Garbelli -, rappresenta una strada fortemente voluta dalla filiera, come primo passo verso un rilancio della coltivazione italiana di mais, cereale che in pochi anni ha registrato un crollo del 50% delle superfici seminate su scala nazionale. Oggi – continua il presidente – in provincia di Brescia sono coltivati a mais poco più di 30mila ettari: erano 50mila nel 2008; inoltre, nel 2019 la produzione lorda vendibile del settore maidicolo bresciano è stata pari a 67 milioni, con un calo di quasi il 15% rispetto all’anno precedente. L’Accordo – prosegue Garbelli – è nato quindi per favorire la stipula di contratti di filiera per il mais destinato all’alimentazione animale per le prossime tre campagne maidicole, con l’obiettivo di risollevare una produzione divenuta insufficiente per le esigenze dell’allevamento italiano, la cui importanza è fondamentale per le produzioni zootecniche bresciane e per il made in Italy agroalimentare”.
L’intesa prevede, a beneficio degli agricoltori, l’applicazione di specifiche premialità per la granella di origine certificata e per la sostenibilità oppure per specifiche caratteristiche qualitative del mais raccolto, che vanno ad aggiungersi al prezzo di acquisto che le parti potranno decidere di fissare in base a due diverse opzioni, scegliendo di legarlo all’andamento delle quotazioni delle borse merci oppure fissando un prezzo definito.
“Il Fondo per la competitività delle filiere – aggiunge Fausto Nodari, presidente della Sezione cerealicola di Confagricoltura Brescia che ha lavorato nei mesi scorsi per la definizione dell’intesa per l’accordo mais –  oltre al granoturco coinvolge anche i contratti per la soia e le altre leguminose, tra cui il pisello da granella. Invito quindi tutti gli agricoltori – conclude – a valutare queste opportunità per sfruttare appieno le risorse stanziate che mettono a disposizione in due anni 20 milioni di euro”.

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