D’Annunzio, Abem c’è. Ma la concessione?

La società bresciana ha deliberato l'aumento di capitale di 6 milioni per accedere al 20% della nuova newco con Catullo. Lo scalo come sarà affidato?

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aeroporto D'Annunzio(red.) Avanti tutta sul rilancio dell’aeroporto bresciano “Gabriele D’Annunzio” di Montichiari. Venerdì 13 maggio in Camera di Commercio è stato deliberato l’aumento di capitale per 6 milioni di euro di Abem, la componente bresciana che farà parte della newco per gestire lo scalo monteclarense. Questo vuol dire che la società potrà arrivare al 20% di quote all’interno del nuovo organismo, in previsione di essere costituito entro il 2016 per far ripartire l’aeroporto. L’80%, invece, resterà nelle mani della Catullo, a capo dello scalo di Verona. Per quanto riguarda Abem, sicuramente ne faranno parte la Camera di Commercio con il 50,5% e l’Associazione Industriale Bresciana con il 39%. Sulla parte restante decideranno le associazioni di categoria e palazzo Loggia, mentre potrebbero entrare anche Coldiretti e Unicredit. Entro la fine di ottobre dovranno essere definite tutte le partecipazioni in modo da presentare Abem già completa e deliberare l’ingresso nella nuova newco. A questo si aggiunge il fatto che Catullo avrebbe già avviato dei contatti con alcune compagnie aeree, a partire da Ryanair, per rilanciare l’aeroporto e non solo con le merci.
Il problema, però, resta la concessione dello scalo bresciano. Dal 2013 è stata affidata per quarant’anni alla Catullo, ma il Tar di Brescia l’anno successivo aveva annullato il provvedimento perché avvenuto senza gara. Poi era intervenuto anche il Consiglio di Stato insieme ai ricorsi di Sacbo e Abem. A quel punto la partita era passata alla Corte di Giustizia Europea, ma intanto i ricorsi erano stati ritirati in seguito a un accordo tra le parti. In pratica, c’è da verificare se la concessione potrà essere data direttamente alla nuova realtà, oppure dovrà passare da una gara, provocando di nuovo il caos. La riunione di venerdì è stata anche l’occasione per definire la formazione della newco che arriverà e formata da Abem e Catullo-Save. Il consiglio di amministrazione conterà su tre membri, di cui uno, il presidente, nominato da Abem (20%) e con diritto di veto sulla politica industriale e gli altri due dalla componente veneta che ha l’80%.

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