D’Annunzio, Brescia spera nel rilancio

Il ritiro del ricorso di Sacbo e le notizie per tornare a far volare anche i passeggeri mettono d'accordo le istituzioni. Decisiva anche la Tav.

aeroporto D'Annunzio(red.) Da una parte l’aeroporto Gabriele D’Annunzio e dall’altra la stazione dei treni ad alta velocità, tutti e due a Montichiari, nel bresciano. La modalità di scelta per il rilancio dell’uno potrebbe annullare l’altro o, al contrario, essere insieme nel piano finale per le infrastrutture e la mobilità bresciana. Si è parlato di questo in una conferenza stampa convocata giovedì 5 novembre dal presidente dell’Associazione Industriale Bresciana Marco Bonometti. La vicenda che ruota intorno all’aeroporto è nota. Sacbo, società a capo dello scalo di Orio al Serio, aveva presentato ricorso al Tar di Brescia contro l’affidamento diretto del D’Annunzio alla Catullo che gestisce Verona. Di rimando, la pratica è stata inviata al Consiglio di Stato che a sua volta l’ha girata alla Corte di Giustizia Europea chiamata a decidere, forse nel 2017.
Di fronte al rischio che da Lussemburgo venga chiesto di aprire una gara per affidare lo scalo bresciano, cambiando così lo scenario italiano dove la maggioranza sono affidati senza bando, si sarebbero allungati i tempi. Così Sacbo ha rinunciato e ritirato il ricorso. Per quanto riguarda i voli dei passeggeri, dopo il primo “mezzo” annuncio della compagnia low cost Ryanair di voler tornare a volare da Montichiari quando ci saranno aeromobili disponibiliun’altra conferma è arrivata da Save. Enrico Marchi, presidente della società che gestisce l’aeroporto di Venezia, con l’80% nello scalo di Treviso e una quota in Catullo, ha detto a Milano Finanza che dall’estate del 2016 potrebbero partire i primi charter turistici. Poi, dall’autunno dello stesso anno, i voli di linea. Di fronte a questo scenario, il sistema bresciano pensa che ci si trovi in un momento cruciale e forse per il rilancio finale dell’aeroporto. Ne sono convinti il presidente della Camera di commercio Giuseppe Ambrosi, quello di Abem Giuliano Campana, della Provincia Pier Luigi Mottinelli, il sindaco di Brescia Emilio Del Bono e quelli di Castenedolo e Montichiari Giambattista Groli e Mario Fraccaro. Sono soddisfatti all’idea che da Montichiari possano tornare a volare non solo le merci, ma anche i passeggeri.
Di conseguenza, finisce nel dibattito anche la Tav, con la possibilità, o meno, di realizzare la stazione ferroviaria. Ma si dovrà aspettare ancora per valutare il ricorso di Sacbo. La società lo ha ritirato, ma l’iter alla Corte di Giustizia va avanti e il Governo dovrà giustificare in modo dettagliato a Lussemburgo perché lo scalo bresciano sia stato affidato direttamente a Catullo e non soggetto alla gara. Secondo il primo cittadino di Brescia Del Bono è fondamentale aspettare la decisione della Corte, mentre si pressano il Governo e la Regione Lombardia per chiedere stabilità. Se ci fosse il via libera al rilancio definitivo con il passaggio di merci e persone, secondo l’inquilino di Palazzo Loggia avrebbe senso costruire la stazione Tav. Altrimenti no, “perché le merci non passano sul’alta velocità”. Al contrario, il presidente di Aib Bonometti ritiene che si debba fare lo stesso. Si valuta anche sulla modalità di gestione dell’aeroporto, con un possibile gruppo tra Save, Catullo e Abem e il dialogo con Sacbo.

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