Brescia punta al raddoppio del cargo

Si tratta di passare da 40mila a 84mila tonnellate di merci entro il 2020. Il presidente della Catullo, Paolo Arena: “Solidità del nostro piano industriale”.

(red.) “Con il rilascio della concessione totale dell’aeroporto di Brescia in capo alla Catullo prende finalmente vita il Sistema degli Aeroporti del Garda”.
Lo ha annunciato il presidente Paolo Arena, ricapitolando gli obiettivi che la società ora si pone. Per il Montichiari, infatti, si tratta di passare da 40mila a 84mila tonnellate di merci entro il 2020. A favorire lo sviluppo dello scalo, la possibilità di espansione prevista dal piano d’area varato dalla Lombardia, che garantisce all’aeroporto la chance di crescere su un’area più grande del Jfk di New York, oltre al poter operare in notturna senza interferire con aree urbane e alla presenza di infrastrutture esistenti o in realizzazione, come la Brebemi.
“Lo sviluppo nell’immediato dell’aeroporto di Montichiari”, ha aggiunto il dg di Catullo Carmine Bassetti, “è nel traffico merci, per la cui gestione è già pronto. Sono in essere trattative, con compagnie cargo asiatiche e investitori, che si erano interrotte lo scorso dicembre a causa dell’incertezza di governance e grazie alle quali confidiamo di poter incidere già sulla programmazione della prossima stagione IATA (autunno 2013-dicembre 2014)”. Gli obiettivi di crescita passeranno per un target di 60mila tonnellate già nel 2015 e successivamente, raggiunto l’equilibrio finanziario, anche per uno sviluppo del traffico passeggeri.
“Con il rilascio della concessione totale dell’aeroporto di Brescia in capo alla Catullo Spa si chiude l’ultima delle quattro macro sulla cui base è stato costruito il piano industriale di ristrutturazione e rilancio degli aeroporti,” ha dichiarato il Paolo Arena, presidente della società. “Solo otto mesi fa avevamo illustrato ai soci la strada per rilanciare gli aeroporti, che prevedeva tappe dolorose di ristrutturazione, per costruire le nuove fondamenta da cui ripartire per lo sviluppo. Gli azionisti ci hanno dato fiducia, e oggi a loro va il mio ringraziamento”.
“Già lo scorso novembre avevamo annunciato la conclusione,” ha proseguito Arena, “del processo di ristrutturazione, che ha visto la riduzione dei costi di struttura (per 2,5 milioni di euro) attraverso il taglio di spese non necessarie, la razionalizzazione della fisionomia del gruppo attraverso fusione o liquidazione societaria con l’assorbimento o la liquidazione delle controllate (per 6 milioni di euro) e la risoluzione dei contratti “tossici” (per un valore di 7 milioni euro). Sapevamo che non era sufficiente. Dovevamo ottenere l’affidamento della gestione di Montichiari per tornare all’equilibrio economico e per porre in essere reali condizioni di sviluppo. Per questo la società si è attivata coinvolgendo il mondo politico ed economico, per convincere il Governo della solidità del piano industriale e delle importanti prospettive che la concessione avrebbe aperto per la società e il suo territorio. E’ stato fondamentale il lavoro di squadra con il mondo politico ed economico, oggi qui presente a cui va tutta la nostra gratitudine”.
Il presidente ha poi ringraziato il direttore generale con lo staff dell’aeroporto, che ha lavorato per predisporre tutta la documentazione tecnica e ha lavorato per l’attuazione del piano industriale.
Nonostante la prudenza nelle previsioni e la consapevolezza che Verona sta scontando perdite di traffico a causa della debolezza dei vettori basati e dello scenario economico, la vision per lo sviluppo dei due aeroporti, di cui ora si detiene di entrambi la gestione totale, è definita chiaramente. Come Sistema del Garda, la Catullo Spa fa un salto di categoria passando da società che gestisce una concessione per un aeroporto regionale a gestore di un sistema aeroportuale con valenza strategica.
Il modello di gestione prescelto è quello della specializzazione dello scalo in funzione delle necessità del territorio. Il modello del sistema è presente in molte altre realtà internazionali come Londra (sistema con 5 scali) e Parigi (sistema con 3 scali). Nel caso del sistema del Garda, la specializzazione degli scali è stata fatta in modo da creare complementarietà delle funzioni operative tra Verona, prevalentemente dedicato ai passeggeri nel breve e medio termine, e Brescia prevalentemente dedicato alle merci nel breve termine e nel medio anche nei passeggeri.
Le previsioni di traffico a 15-20 anni, cioè il tempo minimo per programmare, indicano secondo stime prudenziali che in Italia si raggiungeranno 320 milioni di passeggeri e 3 milioni di tonnellate di merci. Tra 30 anni, partendo dai 58 milioni di passeggeri attuali e considerando un tasso di crescita medio del 3% annuo (le stime Boeing e Airbus sono più aggressive), il Nord Italia dovrà essere in grado di gestire 130 milioni di passeggeri. Riguardo all’aerea padana, saranno circa 60-70 milioni di passeggeri e almeno 1 milione di tonnellate di merci entrambi eccedenti rispetto alla capacità di portata dell’attuale assetto degli aeroporti.
Allo stato, le infrastrutture aeroportuali non hanno spazio per crescere, fatta eccezione per Brescia Montichiari. Quest’ultimo è stato definito dagli studiosi un’opportunità, avendo spazio demaniale per svilupparsi ed essendo già adeguatamente infrastrutturato anche in termini di viabilità d’accesso. Nel medio/lungo termine, pertanto, Montichiari potrà giocare in squadra con gli altri aeroporti con funzioni di supporto specializzato agli scali del Nord Italia. Gli studi hanno calcolato che il piano d’area varato dalla ragione Lombardia, vincolando i terreni che circondano Montichiari esclusivamente allo sviluppo di infrastrutture legate alle attività aeroportuali, danno all’aeroporto la possibilità di svilupparsi su un’area estremamente ampia e nessun altro aeroporto del Nord Italia avrebbe simili possibilità di espansione. Per queste ragioni, secondo le stime della societò, nel medio lungo termine Brescia potrà avere prospettive di sviluppo anche nel traffico passeggeri attraverso adeguati sviluppi infrastrutturali.
“Nel valutare le prospettive di crescita dell’aeroporto di Montichiari,” sottolinea una nota della Catullo, “va tenuto conto che la catchment area nella quale Brescia è inserita si trova all’interno della cosiddetta “Blue Banana”, termine usato per indicare una dorsale economica e demografica nell’Europa occidentale che dall’Inghilterra si spinge fino alla Pianura Padana, con una popolazione di circa 110 milioni di abitanti. Allo stesso tempo, Brescia Montichiari è situata all’interno dell’area padana, una delle zone più popolose ed economicamente più sviluppate d’Italia, con una popolazione di circa 20 milioni di abitanti (33% della popolazione italiana), 1,8 milioni di imprese (33% sul totale Italia), un PIL generato pari a circa 600 miliardi di euro (corrispondente a circa il 40% del PIL nazionale), nonché una movimentazione merci in importazione ed esportazione che è pari al 54% del totale italiano.”
L’aeroporto di Brescia Montichiari beneficia di una serie di caratteristiche che, rispetto ad altri scali, potrebbero rappresentare dei significativi vantaggi competitivi, tra cui la possibilità di operare in notturna senza interferire con aree urbane, la realizzazione di nuove infrastrutture stradali e ferroviarie, in primis la nuova autostrada Bre.Be.Mi. che, entro il 2013, permetterà di collegare in meno di 25 minuti lo scalo bresciano alle aree situate ad est di Milano, dove in larga misura sono collocati i principali operatori logistici. Da non sottovalutare inoltre la presenza di infrastrutture nuove e non sature sullo scalo, con personale qualificato con specifico know-how cargo. Di conseguenza, per gli operatori logistici specializzati in cargo aereo, l’aeroporto di Brescia Montichiari andrebbe a appresentare una piattaforma localizzata nelle aree di maggior produzione del paese e posizionata, strategicamente, sul Corridoio 1 verso il Brennero, con la possibilità di intercettare contemporaneamente anche quello del Corridoio n. 5, rendendo economicamente – oltre che ambientalmente – sostenibile il trasporto intermodale.
“La strategia di Montichiari,” afferma la nota, “sarà quella di diventare parte integrante di questi flussi globali, offrendo supporto logistico alle merci attualmente in “fuga” dall’Italia verso altri aeroporti europei, ma anche quelle provenienti dal Far East con destinazione Africa. Per questo motivo è indispensabile che Montichiari possa contare sul sostegno di un partner importante che lo inserisca all’interno delle direttrici del traffico merci internazionale. Per essere sviluppato ulteriormente, Brescia Montichiari necessita di un «know how» specifico di settore che potrà essere acquisito con l’ingresso nella compagine sociale di un partner industriale.”

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