“Lo scalo bresciano? Non è inerte”

Bilancio di Garda Aeroporti sulle attività di Villafranca e Montichiari. "La crescita del cargo pone lo scalo al quarto posto tra gli aeroporti italiani per il trasporto merci".

(red.) Nel 2012 gli aeroporti di Verona e Brescia hanno trasportato complessivamente 3.221.457 passeggeri e movimentato 45.563 tonnellate di merci. In crescita il traffico internazionale con 2,13 milioni di passeggeri (+ 2,66%).
E’ quanto si legge in una nota di Garda Aeroporti che ha tracciato il bilancio annuale dell’ìattività degli scali di Villafranca (Verona) e Montichairi (Brescia).
“I dati”, prosegue il comunicato, “vanno inquadrati in uno scenario complessivo di stallo del traffico a livello europeo, che registra sul fronte passeggeri anche a novembre un sensibile calo negli aeroporti UE (- 1,3%) mentre cresce il traffico in quelli non-UE (+ 8,2%). Outlook prudente ma positivo è stato annunciato dalla IATA (International Air Transportation Association) per il 2013, sul fronte delle merci, grazie alla ripresa di alcuni mercati come quello americano”.
“Lo scalo di Verona, che accoglie prevalentemente traffico passeggeri, chiude l’anno con 3.198.787 passeggeri trasportati, in flessione del 5,5% rispetto al precedente, in linea con le previsioni. In controtendenza, rispetto al dato complessivo, è l’andamento al Catullo del traffico internazionale, in crescita del 3,1% rispetto allo scorso anno, che si attesta sui 2.113.256 passeggeri internazionali trasportati. Tengono i collegamenti di linea internazionale che crescono del 3,28% ed è positivo il trend del settore charter, che registra nel 2012 una crescita del 2,85%, grazie principalmente ad una lenta ma costante ripresa dell’Egitto e della Tunisia”.
“In due anni”, prosegue la nota della società, “escludendo i passeggeri delle rotte Ryanair, la linea internazionale registra + 32% di passeggeri, rispetto al 2010. Il dato conferma la vocazione sempre più internazionale del Catullo, con una presenza preponderante di importanti vettori stranieri. Nel 2012 hanno iniziato le operazioni da Verona 9 nuove compagnie aeree: Swiss, Volotea, Monarch, Livingston, S7, Aer Lingus, Wizz Air, Adria Airways, Eurolot. Hanno sospeso le operazioni tra la seconda metà del 2012 e inizio 2013 WindJet, Ryanair e Air Berlin. Attualmente i collegamenti da Verona sono circa un centinaio, tra collegamenti diretti e voli in connessione, che consentono di raggiungere le più importanti città del Nord e Sud America, Asia e Africa, attraverso il gruppo Air France-Klm, Alitalia, British Airways e il gruppo Lufthansa, che comprende Air Dolomiti, Austrian e Swiss”.
E la sospensione delle operazioni della compagnia aerea Ryanair? Secondo quanto riferisce la società, tale abbandono del vettore non ha avuto “un’influenza preponderante sui flussi stranieri in arrivo, ma piuttosto sul traffico domestico, che soffre per una serie di fattori concomitanti, che riguardano le operazioni dei vettori italiani sugli scali nazionali e l’influenza della compagnia irlandese sul mercato domestico”.
A Verona, viene segnalato “un decremento di traffico domestico del 20%, solo in parte compensato dalla crescita dell’internazionale e causato principalmente dalla sospensione di voli di WindJet e la ristrutturazione che vive Meridiana fly – Air Italy. Lo stesso importante impatto si sta ripercuotendo su molti aeroporti italiani, a causa della scelta di ottimizzare i network e il drastico ridimensionamento della capacità dei vettori. I vettori nazionali hanno ridotto o cancellato i collegamenti tra gli aeroporti del Nord Italia – Roma e il Sud Italia. La riduzione delle operazioni delle compagnie aeree italiane è evidente nella contrazione del 15% del traffico domestico registrata a livello nazionale da Assaeroporti a novembre”.
“In termini generali, il settore del trasporto aereo in Italia soffre di una debolezza strutturale ormai conclamata da anni. La mancanza di infrastrutture aeroportuali abbinata ad una debolezza dei vettori italiani sta avendo forti ripercussioni sul sistema produttivo del Paese”, ha dichiarato Carmine Bassetti, Direttore Generale della Catullo Spa. “Con questo scenario di riferimento i nostri vettori e soprattutto le società aeroportuali affrontano la crisi in netto svantaggio rispetto agli altri sistemi aeroportuali europei. L’aeroporto di Verona, in particolare, sta affrontando i processi di ristrutturazione proprio nel mezzo di una gravissima crisi di settore. L’opportunità che abbiamo è ora di costruire nuovo traffico, di qualità, sfruttando il riscontro positivo del mercato che ha portato lo scorso anno a Verona 9 nuove compagnie aeree”. “Le proiezioni per il 2013 mostrano a Verona una lenta ma graduale stabilizzazione del traffico, che sarà caratterizzato da minori flussi derivanti da compagnie low cost e da un recupero della linea tradizionale – ha concluso Paolo Arena, Presidente della Catullo Spa – Si prospetta un altro anno molto difficile per le avvisaglie che arrivano dal mercato europeo. Nonostante ciò l’obiettivo è riavviare la fase di sviluppo. Puntiamo a consolidare il traffico attuale limitando le perdite legate alla fase di ristrutturazione di alcuni vettori e preparare il rilancio con una struttura di base più efficiente che potrà avvenire nella seconda parte dell’anno, per sviluppare collegamenti aerei funzionali alle esigenze del territorio”.
E l’aeroporto di Brescia Montichiari, al centro di una situazione critica per il mancato rinnovo della concessione? Lo scalo, a vocazione prevalentemente cargo, “ha trasportato lo scorso anno 40.746 tonnellate di merci, lievemente in crescita, confermando le previsioni del piano di sviluppo. Nel 2012 l’aeroporto ha gestito 9.693 movimenti di aeromobili di cui 2.648 postali”.
“I numeri dell’attività”, sottolinea la società, “smentiscono chi definisce Montichiari uno scalo inerte. La progressiva crescita delle attività cargo al termine del 2012 pone l’Aeroporto di Brescia al quarto posto tra gli aeroporti italiani per quanto riguarda il trasporto merci. Montichiari può sfruttare la pista di 3.000 metri di lunghezza e oltre 11.000 mq coperti di magazzino, articolati in un magazzino per la custodia temporanea delle merci, un magazzino dedicato al General Cargo, due magazzini per il traffico domestico, un magazzino per i valori speciali. L’aeroporto è operativo 24 ore su 24. Ad aprile 2012 Brescia Montichiari è entrato a far parte del gruppo di aeroporti certificati per accettare le operazioni dell’aereo Boeing 747-8 con procedure dedicate. L’aeroporto di Brescia è hub di Poste Italiane (con 18 movimenti giornalieri e 34 collegamenti quotidiani via gomma). Brescia offre una vasta gamma di servizi innovativi in grado di soddisfare le esigenze del mercato, fornendo soluzioni specifiche per tutti i tipi di merce, inclusa la merce deperibile e lo special cargo”.
“L’Aeroporto di Brescia”, viene spiegato, “utilizza Hermes quale sistema di trasferimento di dati, ideale per ogni esigenza di handling. L’Aeroporto è quindi in grado di affrontare la domanda del mercato in modo rapido, efficiente e flessibile, arrivando a gestire fino a 110.000 tonnellate di merci l’anno senza alcun ulteriore investimento. Anche in queste prime settimane dell’anno l’aeroporto di Montichiari sta proseguendo regolarmente la sua attività. Grazie alle sinergie che permettono di ottimizzare i flussi ed alla capillarità del network di Poste Italiane, a partire dai primi di gennaio 2013, si stanno gestendo nuove tipologie di prodotto, in particolare general cargo e courier. Inoltre l’attività charter sta confermando i trend positivi, con la programmazione di B747 cargo per gli Stati Uniti già in questi giorni e altri in programma con destinazione Africa e Sud America”.
“Le aspettative di crescita del 1,3%, nel 2013, per l’industria del trasporto aereo sono deboli, ma in Italia ci sono ancora grandi opportunità di sviluppo. La logistica è un settore labour intensive. La Germania infatti occupa 2,6 milioni di persone, mentre l’Italia, a causa della debolezza del settore, ne occupa meno di un milione”, ha concluso Paolo Arena, Presidente della Catullo Spa, che nelle scorse settimane aveva annunciato una battaglia legale contro il Ministero dei Trasporti se non fosse stata attivata la concessione aeroportuale.
“E’ interesse del governo sviluppare la capacità e l’efficienza delle infrastrutture del Paese, compresi gli aeroporti. Un settore del trasporto aereo forte sostiene lo sviluppo economico a livello locale e nazionale. Tenendo in stallo Montichiari, i corporativismi e le lobby rischiano di prevalere ancora una volta sui progetti di sviluppo, avvantaggiando i grandi player e lasciando senza risposta gli aeroporti più piccoli. L’ Italia rischia di perdere l’ennesima occasione per crescere se progetti di sviluppo come quello di Montichiari non vengono messi nelle condizioni di attuarsi, attraverso un quadro concessorio chiaro e stabile”.

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