La Catullo e il vertice top secret con Gamberale

Incontro a Verona tra Cariverona, il presidente della società, Arena, il sindaco Tosi e l'ad di Fondo F2i. Sì dall'Avvocatura alla subconcessione dello scalo bresciano.

(red.) Una riunione segreta, anzi segretissima, alla quale hanno preso parte, nella sede di Fondazione Cariverona, solo il presidente Paolo Biasi, il presidente del Catullo (società aeroportuale degli scali di Verona e Brescia) Paolo Arena, il sindaco Flavio Tosi e Vito Gamberale, amministratore delegato del Fondo F2i che sta comprando quote nelle società aeroportuali italiane.
Un vertice top secret che ha indispettito, e non poco, gli “esclusi” (Brescia e Trento in testa), che l’hanno appreso dalle pagine del quotidiano L’Arena.
Nonostante la segretezza dell’incontro, è emerso che l´Avvocatura dello Stato ha dato parere favorevole all´Enac sull´ipotesi di subconcessione dello scalo (Brescia subentrerebbe con il 70%). Lo ha rivelato il presidente di Abem Giuliano Campana.
Segno che la trattativa si starebbe comunque muovendo e che il piano industriale, necessario affinché lo scalo bresciano e la società possano ottenere nuovamente la concessione aeroportuale (così come stabilito in un emendamento del “Milleproproghe”) sarebbe al vaglio dei tecnici.
Che le trattative stiano proseguendo è stato confermato anche dall´assessore provinciale Giorgio Bontempi, membro del Cda veronese, che ha auspicato che i bresciani facciano la propria parte per il rilancio del D’Annunzio di Montichiari.
Cosa c’entra allora Gamebrale? Il timore dei soci è che Verona possa trovare un accordo con il Fondo Fi2 con un aumento di capitale che impoverirebbe le quote degli enti pubblici, tra cui quelli bresciani che si sono impegnati a pagare la propria.
E se anche viene garantito che da parte di Brescia i soldi per l’accordo ci sono, resta da vedere ancora come potrà essere sostenuta la spesa nel futuro. Abem, da sola, o con il sostegno delle banche, ce la può fare?
Un nodo da sciogliere non irrilevante per una trattativa che esiste (come lo scalo monteclarense) e che fa fatica a decollare (proprio come l’aeroporto bresciano).

 

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