Montichiari vuole volare e rilancia

Un investimento da 17 milioni di euro per il cargo e il low cost. A Verona il vertice decisivo. Nella partita sono chiamati il comune, la Provincia, Abem e le banche.

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(red.) Montichiari non molla e, anzi, rilancia la partita puntando al 25% della partecipazione azionaria nella Catullo di Verona. Questo, stando al Corriere della Sera, il progetto (ambizioso) a cui lo scalo bresciano starebbe lavorando.
Si tratterebbe di investimenti fino 17-18 milioni di euro, una cifra necessaria affinchè l’aeroporto monteclarense possa riprendere quota e non finire soffocato dalla strettissima concorrenza degli altri scali del Nord.
Il settore cargo, potenziato, potrebbe rivelarsi “il cavallo di Troia” per il “D’Annunzio” non senza trascurare anche quello del volo low cost.
Giovedì sera, nella cittadina scaligera è fissato un incontro tra soci sul nuovo progetto industriale definito dalla società di consulenza Deloitte Aviation.
Il nuovo presidente della Catullo Spa, Giovanni Arena sembrerebbe intenzionato, secondo quanto riporta il dorso bresciano del quotidiano di via Solferino, a demolire le ostilità pregresse tra veronesi e bresciani e a dare margine di manovra alla Leonessa nella società che gestisce i due scali.
Attualmente la quota detenuta dai soci bresciani è pari circa all’8,4% (4,191% della Provincia e  4,191% della Camera di Commercio). Per arrivare al 25% auspicato verrebbe coinvolto nel progetto anche il comune di Brescia che, in passato, si era detto possibilista sull’ipotesi di una sua compartecipazione societaria.
Con un “upgrade” di questo tipo Brescia otterrebbe un secondo consigliere oltre a Giorgio Bontempi, già nel cda per conto della Camera di Commercio e della Provincia di Brescia.
Chi dovrebbe mettere mano al portafogli? Come già emerso tempo fa, alla Loggia toccherebbe versare 2 milioni di euro, stessa cifra dalla Provincia, una decina dalla società ABeM (Società Aeroporto Brescia e Montichiari Spa), e i restanti dal sistema bancario.
Tuttavia il sogno bresciano deve tenere conto dell’alleanza siglata tra Sea (che gestisce gli scali milanesi) e Orio al Serio e anche di una eventuale firma separata con Verona. Eventualità, quest’ultima, che segnerebbe la fine per l’aeroporto di Montichiari a meno che il “D’Annunzio” non riesca a spuntare l’accordo con Cargoitalia del bresciano Alcide Leali, oggi con base a Malpensa per il settore trasporto merci.
L’ azienda di Leali, già fondatore di Air Dolomiti, ha in progetto una espansione della quale potrebbe avvantaggiarsi Montichiari che già , attualmente, è l’hub di riferimento nel Nord per Poste Italiane e per Lufthansa Cargo.

 

 

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