Acquedotto di Brescia, A2a avvia un anno e mezzo di “cantieri” del rischio

A2a Ciclo idrico sta elaborando il piano per la valutazione del rischio connesso alla distribuzione dell'acqua potabile.

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(red.) Il gruppo A2A, attraverso la controllata A2A Ciclo Idrico, ha iniziato l’elaborazione del Piano di Sicurezza dell’Acqua (PSA) per il Comune di Brescia e per i quattro Comuni alimentati in maggior misura dal capoluogo, cioé Botticino, Bovezzo, Cellatica e Collebeato. Un progetto – si legge in una nota – di particolare rilevanza che vede la collaborazione dell’Agenzia di Tutela della Salute, Arpa, Ufficio d’Ambito della Provincia di Brescia, Università Milano-Bicocca oltre ai Comuni coinvolti. Il team di progetto, con la sua eterogeneità e competenza, risulta fondamentale per permettere di affrontare il lavoro con un approccio multidisciplinare: il progetto impegnerà il gruppo di lavoro per circa 18 mesi.

L’impegno prioritario di A2A è quello della riduzione dei rischi, sia qualitativi che quantitativi, connessi alla distribuzione dell’acqua potabile: la valutazione del rischio avviene per ciascuna fase che compone la filiera di approvvigionamento, dal bacino idrogeologico alla captazione, al trattamento, allo stoccaggio fino alla distribuzione, compresi i punti di consegna dell’acqua così come definiti dalle vigenti disposizioni regolatorie in cui i requisiti igienico-sanitari devono essere rispettati. L’acquedotto della città di Brescia, che eroga ogni giorno 120 mila metri cubi di acqua potabile, è interconnesso con le reti di Botticino, Cellatica, Bovezzo e Collebeato. Inoltre, ha interconnessioni minori con gli acquedotti di Concesio e Gussago e, in caso d’emergenza, può fornire acqua anche agli acquedotti di Castenedolo, Mazzano, Bedizzole e San Zeno Naviglio. Questi collegamenti sottolineano l’importanza di questo sistema idrico alimentato da 38 pozzi, che prelevano acqua dalle falde profonde, e 5 sorgenti.

Sul territorio sono inoltre attivi 18 impianti di potabilizzazione e serbatoi d’accumulo per un volume complessivo di 31.400 metri cubi. La redazione del PSA è caratterizzata da numerose fasi: qualora le analisi lo richiedessero, verranno implementate tempestive azioni correttive ove possibile, mentre per opere più complesse sarà attuata una pianificazione degli investimenti e un’allocazione delle risorse nel medio-lungo periodo. A2A ha iniziato già nel 2018, prima che la Direttiva 2020/2184 li rendesse obbligatori, l’elaborazione dei PSA per i suoi sistemi acquedottistici: recentemente si sono conclusi i piani di sicurezza dell’acqua per i Comuni di Bassano Bresciano, Manerbio, Pontevico, San Gervasio Bresciano e Verolanuova, i primi ad essere redatti in ordine di tempo. Conoscere la natura delle fonti di contaminazione presenti sul territorio e capire in che modo queste possono entrare nell’approvvigionamento idrico – continua la nota – è fondamentale per garantire la sicurezza dell’acqua e quindi di chi ne usufruisce.

Questo ha portato alla consapevolezza di dover adottare metodologie aggiuntive a quelle già in essere per garantire qualità e sicurezza dell’acqua, passando da un approccio retrospettivo, focalizzato prevalentemente sulla verifica del rispetto dei limiti di legge, ad un approccio preventivo, analizzando anche la capacità degli acquedotti di rispondere ad un’eventuale crisi o a un evento imprevisto. Un approccio allo stesso tempo dinamico e pratico. I PSA – elaborati sulla base delle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, promosse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – hanno una metodologia innovativa e a tutto tondo in grado di modernizzare il sistema di controllo dell’acqua destinata al consumo umano: oltre ad introdurre prevenzione e monitoraggio continuo, affrontano il problema dei contaminanti emergenti e tengono in conto le specificità dei territori, valutando il contesto e le pressioni antropiche gravanti sul territorio, senza dimenticare i cambiamenti ambientali e climatici in corso. E’ un passo in avanti nella sicurezza delle acque destinate al consumo umano e disegnerà l’acquedotto del futuro.

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