Pirellone: Davide Boni indagato per corruzione

Il presidente leghista del Consiglio regionale della Lombardia è finito nel mirino della procura di Milano per un presunto giro di tangenti. Con lui altre tre persone.

(red.) Il presidente del consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, è indagato dalla Procura di Milano per corruzione. I suoi uffici sono in queste ore sottoposti a una perquisizione su mandato del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e del pubblico ministero Paolo Filippini.
Nei guai anche anche il capo della sua segreteria, Dario Ghezzi, l’immobiliarista Luigi Zunino (ex numero uno di Risanamento) e una quarta persona della quale non è stato ancora reso noto il nome. Il nome di Boni e dei suoi sarebbe emerso durante un’indagine su un giro di tangenti che riguardano i vecchi amministratori del Comune di Cassano D’Adda (Milano) e aveva portato all’arresto dell’allora sindaco.
Sarebbe stato l’architetto Michele Ugliola, anche lui indagato per la stessa vicenda a puntargli il dito contro.
“In relazione ai fatti oggi contestati anticipo fin d’ora la mia totale estraneità”, ha commentato il presidente del consiglio regionale quando è stata resa nota la notizia dell’avviso di garanzia. “Nel contempo confermo la mia piena disponibilità a chiarire la mia posizione e la mia estraneità con gli organi inquirenti, in modo da poter fare piena luce sulla vicenda nei tempi più rapidi possibili”.
Boni è il quarto indagato nell’ufficio di presidenza in questa legislatura. Dei cinque componenti originari, eletti il 15 maggio 2010, solo uno il segretario Carlo Spreafico (Pd) non ha ricevuto avvisi di garanzia. Il primo a lasciare l’incarico per motivi giudiziari è stato Filippo Penati (Pd), ex sindaco di Sesto San Giovanni, ex presidente della Provincia ed ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani.
Poi c’è stato Franco Nicoli Cristiani (Pdl) e infine Massimo Ponzoni (Pdl), che si è costituito lo scorso 17 gennaio, rientrato dall’estero dopo aver saputo che la Procura di Monza aveva emesso un provvedimento di arresto con l’accusa di bancarotta nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della società Pellicano.

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