No Tav, “cantieri rinviati sulla Bs-Vr?”

Il tracciato bresciano potrebbe restare bloccato un paio d'anni. Mancano i fondi. I Comitati tirano un sospiro di sollievo.

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No tav(red.) Dopo aver appreso la notizia che i cantieri del Tav potrebbero essere rimandati a fine 2017 se non addirittura al 2018, il Coordinamento dei Comitati NO TAV Brescia-Verona ha espresso, da un lato, la propria soddisfazione “per una battaglia che comincia a dare i frutti sperati, pur aspettando conferme più certe riguardo questa notizia. In ogni caso rimandare di due anni cantieri che venivano dati per certi e avviati già a giugno di quest’anno, dimostra tutta la debolezza di un progetto che crea danni enormi al territorio bresciano e veronese, senza apportare concreti benefici”.
Contro quest’opera si sono mosse molte voci discordanti, anche se con obbiettivi e determinazione diversi: “Dai movimenti popolari come il nostro, ai Comuni, alle categorie imprenditoriali del Garda. La decisa opposizione popolare e le decine di osservazioni presentate al consorzio Cepav2, incaricato di costruire l’opera senza un reale appalto pubblico, hanno di certo incrinato l’iter procedurale. Riteniamo inoltre che elemento di grande difficoltà sia la sostanziale mancanza di fondi: i parziali stanziamenti a bilancio “di competenza” non saranno disponibili in cassa almeno fino al 2018…e tenendo conto del persistere della crisi economico-finanziaria, i dubbi sulla reale disponibilità finanziaria futura sono ben fondati”.
I comitati No Tav, però, non intendono abbassare la guardia finché il progetto non verrà ritirato. “Troppi sono stati i proclami politici lungo l’arco di questo progetto che è ormai vecchio e superato, e troppa l’arroganza dell’impresa costruttrice e di enti locali verso i cittadini che chiedevano di essere ascoltati e di essere tutelati, per poterci fidare delle parole uscite dal Ministero delle Infrastrutture riguardo all’ennesimo rinvio dei cantieri. Parole pronunciate davanti ai Sindaci del basso Garda che per l’ennesima volta hanno chiesto di spostare il progetto sul potenziamento della linea ferroviaria esistente e che si sono visti rispondere ancora una volta “no””.

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