15 gatti uccisi, assolto agricoltore

Il giudice non ritiene colpevole un 47enne accusato dal cognato e parenti di aver istigato il proprio doberman a sbranare i felini a Quinzano.

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Gatti(red.) Non è stato l’agricoltore di 47 anni di Quinzano d’Oglio, nel bresciano, a far uccidere quindici gatti del cognato e dei parenti nella zona della sua cascina. Lo ha stabilito il giudice Tiziana Gueli nella sentenza pronunciata venerdì 2 ottobre nell’ambito del processo che ha visto l’uomo imputato per animalicidio. Il procedimento giudiziario si era aperto dopo la denuncia dei proprietari dei piccoli felini deceduti, contro il 47enne reo di aver istigato il proprio cane doberman a sbranare i gatti in seguito a un presunto litigio col cognato.
I parenti che hanno sollevato la questione e costituiti come parte civile hanno aggiunto di temere per un bambino che spesso gioca in zona con altri gatti e con il rischio di trovarsi di fronte il grosso cane. Per questo motivo hanno chiesto che gli venga messo il guinzaglio, mentre il proprietario della cascina, nelle dichiarazioni spontanee ha sottolineato di essere a capo della sicurezza in zona. Secondo il giudice, il fatto non sussiste e la richiesta del pm per quattro mesi di reclusione è stata respinta. Ma il 47enne potrebbe tornare a processo per aver investito un gatto con il suo trattore. Felino che ha detto di non aver visto.

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