Morte Emanuele, processo a novembre

Due imputati per aver dato una pastiglia di Lsd a Ghidini, 16 anni, morto nel 2013 buttandosi nel fiume Chiese a Gavardo dopo una festa.

emanuele_ghidini(red.) Giovedì 1 ottobre al tribunale di Brescia si è svolta l’udienza preliminare in vista del processo per la morte di Emanuele Ghidini, tuffato nelle acque del fiume Chiese a Gavardo, nel bresciano, dopo aver assunto droga. Davanti al giudice Carlo Bianchetti, uno degli accusati, Rais Signorini, che avrebbe coperto lo spacciatore, ha ottenuto il rito abbreviato e se verrà condannato potrà avere uno sconto di pena. Ghidini, di 16 anni, era morto nella notte del 24 novembre del 2013 assumendo una pastiglia di Lsd durante una festa tra amici. L’effetto lo avrebbe poi portato a buttarsi nelle acque gelide del fiume valsabbino.
A carico di Signorini c’è l’accusa di favoreggiamento, mentre il ragazzo che gli avrebbe consegnato gli allucinogeni poi dati a Emanuele sarebbe stato Claudio Berardinelli. Nell’udienza Signorini ha smentito di aver ricevuto la pastiglia dall’altro imputato, come invece pensano i carabinieri di Gavardo e Salò che hanno seguito l’indagine. Il procedimento è stato aggiornato al 19 novembre, mentre due giorni prima, il 17, si presenterà al dibattimento proprio Berardinelli. Lui è stato rinviato a giudizio con il capo di imputazione di morte come conseguenza di altro delitto. Stando agli inquirenti, infatti, Emanuele Ghidini si sarebbe buttato in acqua solo dopo aver assunto la droga.

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