Fornasari (FI): “A noi la guida del centrodestra”

La segretaria del partito di Berlusconi a Brescia critica Del Bono e aggiunge: "A livello nazionale stimo molto Cattaneo".

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    mariachiara-fornasari-forza-italia-brescia1(v.p.) Se a Brescia governa una coalizione di centrosinistra guidata dal sindaco Emilio Del Bono, che ha sconfitto l’uscente amministrazione di Adriano Paroli, nel centrodestra c’è voglia di riscatto. Ma cosa si sta muovendo nell’ex coalizione alla guida della città per ricompattare le fila e proporre un’alternativa il primo cittadino in carica?
    Per capire meglio strategie e passaggi dei berlusconiani in questa fase delicata, quiBrescia.it ha fatto due chiacchiere con Mariachiara Fornasari, coordinatrice cittadina di Forza Italia.
    DOMANDA. Fornasari, in città cosa sta facendo il centrodestra?
    RISPOSTA. Il centrodestra c’è ed è vivo. C’è un confronto concreto con le forze del consiglio comunale e con le forze esterne al consiglio. Mi riferisco a quelle senza rappresentanza in Loggia.
    D. Che cosa intende per confronto?
    R. C’è un dialogo pressochè costante tra Forza Italia, Udc, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Nuovo Centrodestra e Civica di Paroli. Ci si incontra una volta al mese circa per fare ragionamenti di ampio respiro.
    D. E si è già parlato delle priossime amministrative di Brescia, in agenda fra tre anni?
    R. Mancano tre anni, ovvio che no. Si fanno ragionamenti di diverso genere che, magari tra un anno circa, potrebbero portare all’espressione di un candidato sindaco. Anche se adesso è ancora presto.
    D. Forza Italia che ruolo vuole avere a livello amministrativo?
    R. Non ci sentiamo secondi a nessuno, anzi, in consiglio comunale i numeri dicono che siamo la prima forza a Brescia nel centrodestra. E vogliamo mantenere una leadership, pur dialogando e cercando di andare incontro a tutte le forze politiche con cui ci interfacciamo.
    D. E con la Lega Nord come va?
    R. Con la Lega Nord in città non ci sono problemi. Abbiamo amministrato insieme per cinque anni. E questo ha rafforzato molto i rapporti a livello cittadino.
    D. A livello nazionale Forza Italia vede un confronto, a volte piuttosto aspro, tra almeno tre anime. Qui come va?
    R. Direi che va bene. La segreteria, che gestisco insieme con il segretario politico Paolo Fontana e il vice-coordinatore Marco Salvo, viaggia spedita e senza divisioni. Il confronto con i consiglieri comunali è costante. E alle assemblee cittadine, a cui possono partecipare tutti i tesserati FI, ci sono sempre 30-40 persone che hanno voglia di discutere in maniera costruttiva e concreta.
    D. Si è fatta un’idea sulla sconfitta delle scorse amministrative?
    R. Sì, sono stati fatti degli errori, non c’è dubbio, ma bisogna dire che l’aria era cambiata. Abbiamo perso ovunque, non solo a Brescia: anche nelle nostre roccaforti storiche, come Pavia.
    D. Paroli ha qualche responsabilità per il risultato negativo?
    R. Non è giusto incolpare Paroli. Tutti hanno dei meriti quando si vince e dei demeriti quando si perde. Questo è il concetto di coalizione.
    D. Ma cosa aveva in più, secondo lei, Paroli rispetto alla gestione di Del Bono?
    R. Adriano ha amministrato in maniera trasparente e ha saputo costruire un rapporto con tutti, giunta e consiglieri di maggioranza. Del Bono adesso decide su tutto senza lasciare il minimo spazio ai suoi assessori. Oltretutto le politiche di Del Bono non hanno strategia, se non quella di tamponare emergenze, mentre noi avevamo un disegno di città ben preciso.
    D. E quale sarebbe stato?
    R. Penso ai progetto ambizioso del recupero di via Orzinuovi, la cittadella universitaria, che di fatto è stata accantonata senza un vero motivo da questa amministrazione, la sede unica del Comune. Avevamo un disegno di crescita molto preciso che questi non hanno per nulla. Era una visione ambiziosa, magari, ma stavamo lavorando per costruire una Brescia più grande e migliore.
    D. E non ci sono stati errori? Non ha nessun rimpianto come membro della ex-maggioranza?
    R. Non aver saputo comunicare bene con la città. Avremmo dovuto confrontarci meglio con i cittadini e informarli di più su quello che stavamo facendo.
    D. Torniamo a oggi, qual è il suo voto al lavoro dell’attuale sindaco?
    R. Assolutamente negativo. Da due anni parla di maxi variante al Pgt e non s’è mai vista. Poi non coinvolge minimamente i cittadini nella vita amministrativa, e non me la venga a raccontare con i consigli di quartiere. Civuole ben altro.
    D. E sulla nuova A2A cosa mi dice?
    R. Vedremo. Certo A2A Ambiente è una risorsa importantissima, ma non l’ha scoperta Del Bono. Era un’idea di Paroli. E poi c’è il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti…
    D. Non è d’accordo?
    R. Questa raccolta mista, un po’ porta a porta, un po’ calotta, è una scelta errata che costerà alla città 3 milioni di euro. Avrei preferito che Del Bono dicesse la verità: voglio fare la raccolta porta porta a 360 gradi. Ma ha optato, per paura, su questa scelta intermedia che non gioverà alla comunità.
    D. E se fosse sindaco, Mariachiara Fornasari, cosa farebbe?
    R. Le dico cosa non farei. La vendita spezzatino delle controllate. Del Bono si comporta come le famiglie nobili decadute, che a forza di vendere gioielli si trovano poi senza nulla e senza aver investito in qualcosa di futuribile. Questa è una considerazione fatta con Tommy Di Mezza qualche tempo fa.
    D. E dei consiglieri comunali di Forza Italia chi promuoviamo?
    R. Promuoviamo Giorgio Maione, che sta facendo un importante controllo sul bilancio comunale. E promuoviamo Mattia Margaroli, un vero combattente.
    D. Bocciamo gli altri?
    R. Assolutamente no. Apprezzo il fatto che Vilardi e Paroli diano spazio ai consiglieri più giovani. Anche Margherita Peroni.
    D. Proprio Peroni ha pesantemente contestato le scelte di Mariastella Gelmini, sulla partita per il Broletto, e ha avuto una risposta altrettanto forte. Questo dimostra che anche a Brescia c’è un aspro confronto nel suo partito…
    R. Per correttezza non parlo di questioni che non mi competono, io mi occupo della segreteria cittadina.
    D. Molti, anche in città, pensano che il partito senza Berlusconi si sfaldi…
    R. Io non la penso così, ma credo che ci debba essere un rinnovamento dei dirigenti, questo è chiaro. E’ sbagliato fare una questione di età, ma serve un rinnovamento fisiologico. Berlusconi deve avere a disposizione forze nuove con le quali collaborare.
    D. Dunque è giusto parlare di un dopo Berlusconi?
    R. No, non lo è, anche se prima o poi ci sarà un dopo Berlusconi, dato che un Berlusconi bis non sarà possibile: il presidente non si può clonare. Serve dialogo e buon senso, come prima cosa. Il dibattito interno, comunque, è utile quando è costruttivo.
    D. E uno dei figli di Silvio potrebbe prendere in mano il partito?
    R. Non credo nelle dinastie politiche.
    D. In città ci sono consiglieri, come Margaroli e Maione, che guardano con interesse alle tesi di Fitto…
    R. Ben vengano posizioni diverse, l’importante è poi riuscire a farne un sunto e discutere in maniera democratica. Personalmente non stimo politicamente Fitto, e non mi risulta che in Puglia si comporti in maniera democratica e costruttiva all’interno di Forza Italia. Al contrario apprezzo molto l’ex sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo.

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