#FermiDimettiti, i Grillini non mollano

Il Movimento 5 Stelle alla carica: "Metro Brescia è dotata di un codice etico che il presidente sta infrangendo".

fermidimettiti-5-stelle-brescia(red.) Prosegue la battaglia del Movimento 5 Stelle di Brescia contro il presidente dell’azienda comunale Metro Brescia, Ettore Fermi, indagato insieme con altre 50 persone per presunte irregolarità legate agli appalti della Tav.
“Navigando sul sito di Metro Brescia s.r.l.”, spiega una nota dei Grillini, “ci siamo imbattuti nel “Codice Etico” dell’azienda, previsto dal D.Lgs. 231/2001. Ora, attenzione. All’art. 4 il Codice, laddove dispone norme etiche per amministratori e sindaci, prevede che «I componenti degli organi consortili sono impegnati a rimettere il proprio mandat0 qualora per motivi personali, professionali o oggettivi la loro permanenza possa essere DANNOSA PER L’IMMAGINE dell’ente». L’art. 7, poi, è ancora più chiaro: «I rapporti con enti governativi o loro imprese, pubbliche autorità, istituzioni pubbliche […] e con i loro funzionari, sono ispirati a principi di correttezza, lealtà e trasparenza, nella rigorosa osservanza delle leggi in vigore»”.
“Domandina semplice semplice”, chiosano i Pentastellati, “lo stato di indagato di Fermi, e le intercettazioni pubblicate dai giornali che lo vedono protagonista, fanno bene o sono un danno per l’immagine dell’azienda che presiede, del comune di Brescia che ne è azionista di maggioranza (per mezzo della controllata Brescia Mobilità), e per la cittadinanza tutta? Noi lo riteniamo un danno. Ed è palese la violazione del codice etico dell’azienda”.
“Può”, conclude la nota, “un’azienda che ha il compito di occuparsi della manutenzione della Metropolitana leggera di Brescia (l’opera pubblica più costosa – 1 miliardo di euro – che la città abbia mai avuto nella sua recente storia), essere rappresentata da un presidente in tale condizione? NO. Perciò Fermi rassegni immediatamente le sue dimissioni. E se non lo fa lui, intervengano i soci di maggioranza, attraverso gli organismi preposti interni all’azienda. E intervenga la politica, in primis il sindaco, affinché si rispetti il codice etico aziendale e venga tutelata l’immagine dell’azienda e la dignità della città”.

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