Pcb Brescia, CdS: “Caffaro è unica responsabile“

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della società in liquidazione che era stata condannata all'onere della bonifica e del risanamento del terreno.

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    (red.) Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Caffaro e ritenendola come unica responsabile della contaminazione e inquinamento da pcb della falda e delle acque superficiali che interessano la città e l’hinterland. E di conseguenza tocca alla stessa Caffaro, in realtà in liquidazione, occuparsi delle bonifiche e del risanamento. Il rappresentante straordinario della società, infatti, aveva fatto ricorso al massimo organo della giustizia amministrativa per chiedere di annullare la sentenza del Tar del 2011 che parlava delle responsabilità.

    Secondo quei giudici, la Caffaro avrebbe provocato problemi anche al parco Passo Gavia e al campo Calvesi, mentre la società ha chiesto al Consiglio di Stato di annullare le ordinanze comunali, i verbali delle conferenze di servizi e l’atto del ministero che obbligava l’azienda dal 2002 al 2010 a mettere in sicurezza le rogge e le zone del Calvesi e Gavia, oltre a realizzare un piano di bonifica e trattare come rifiuti le acque di falda che venivano aspirate. A proposito di quest’ultima voce, però, il Tar aveva accolto il ricorso della Caffaro.

    Rivolgendosi al Consiglio di Stato, però, la società in liquidazione aveva parlato della mancanza dei requisiti del dolo e dicendo di aver sempre agito nel bene. Sempre secondo l’azienda, non ci sarebbero state prove che fosse l’unica ad aver inquinato e considerando che in zona ci sono anche altre imprese. Opponendosi anche all’obbligo di dover gestire la barriera idraulica. Tuttavia, stando ai giudici, la Caffaro non avrebbe fornito motivazioni logiche e nemmeno inserito nel contesto le proprie argomentazioni criticando l’esito di primo grado.

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