Chiede reddito sociale, per Inps è morta dal 2011

Una 61enne a giugno aveva presentato domanda al patronato, ma si è sentita dire che all'istituto di previdenza risultava deceduta. Ecco la storia surreale.

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    (red.) E’ incredibile e ha dell’assurdo la vicenda “all’italiana” che ha coinvolto una donna bresciana di 61 anni, disoccupata e che deve accudire il proprio figlio malato. A giugno, come ha raccontato lei stessa al Giornale di Brescia che dà notizia della storia surreale, si era presentata al patronato per chiedere l’accesso al Rei, il reddito d’inclusione sociale nazionale per chi versa in condizioni di povertà. A quel punto la richiesta raggiunge anche l’assistente sociale e poi l’Inps, ma con una sorpresa, che la donna, Pierina Solfrini, si sente dire per telefono giovedì 12 luglio: lei per l’Inps sarebbe morta nel novembre del 2011.

    Ed ecco spiegato il motivo per cui la pratica richiedeva più tempo del previsto e prima di essere bloccata. Informata della situazione e dopo aver fatto spola verso l’ospedale con il figlio per una settimana, si è presentata agli uffici centrali dell’Inps di Brescia in cui gli impiegati hanno dovuto ammettere l’errore senza spiegare i motivi e fornendo un certificato “di vita” che la donna ha poi presentato all’Anagrafe per smentire il proprio decesso.

    Forse giustificato con il periodo, nel 2011, in cui ha lasciato il lavoro. Tuttavia, in questo scenario l’istituto di previdenza aveva inserito nel 2013 lo status di morte della donna, poi revocato nel 2017 e infine rimesso nell’arco di pochi minuti. Non è chiaro se sia stato un disservizio o per caso di omonimia. Di certo la pratica per ottenere il reddito ora sarà sbloccata e nell’arco di poco tempo la donna dovrebbe ricevere una risposta.

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