Donna scomparsa, marito aiutato da un complice?

Di certo l'uomo si è cambiato quella notte in cui è stato ripreso da una telecamera. Si indaga su una seconda persona. E l'uomo avrebbe avuto dei lividi.

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(red.) La Squadra Mobile della questura di Brescia con la Polizia Locale e la procura stanno ancora cercando il corpo di Alloumi Suad, la 29enne marocchina sparita dalla casa di via Milano a Brescia nella notte tra domenica 3 e lunedì 4 giugno. Ma pian piano starebbero emergendo alcuni sviluppi nell’inchiesta. Secondo gli investigatori, è certo che sia stato il marito 45enne Abdelmjid El Biti a ucciderla, tanto che lui si trova detenuto nel carcere di Canton Mombello per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere.

Resta dietro le sbarre per il timore della fuga (aveva 8 mila euro e i passaporti dei due figli quando è stato fermato) o per inquinamento delle prove. Un altro elemento certo è che l’uomo quella notte si sia cambiato. Infatti, domenica sera indossava i pantaloncini quando rientrava con i figli e poi in piena notte aveva una tuta da lavoro e guanti nel momento in cui stava caricando un pesante sacco nero nella propria auto, attualmente ancora non trovata. Tutto questo era stato ripreso da una telecamera di videosorveglianza del bar “Le Rose” di via Milano.

Ma ci sono altri possibili elementi. Per esempio, che l’uomo possa essere stato aiutato da un complice nel nascondere il corpo della donna. Oltre al fatto che quando è stato fermato aveva dei lividi sulle braccia, come se la 29enne avesse cercato di difendersi mentre il marito l’avrebbe uccisa. Di certo, c’è un buco da colmare di circa tre ore tra quando è stato visto mentre portava il sacco prima delle 5 e alle 8 quando è stato immortalato da un’altra telecamera a Seniga dove abitava dopo essere stato allontanato dalla consorte.

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