Lettere al direttore

Confartigianato Brescia: codice etico interno disprezzato

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    Il tentativo di presentare una lista alternativa a Eugenio Massetti alle elezioni per il rinnovo cariche di Confartigianato Brescia non è andato in porto positivamente.

    Vogliamo ringraziare tutti gli artigiani che hanno messo a disposizione della nostra lista la loro disponibilità e tutti coloro che hanno sostenuto la presentazione della lista con le loro firme.

    Eravamo e siamo contrari alla possibilità che un presidente faccia tre mandati consecutivi e questa è stata la ragione principale della nostra discesa in campo.

    Per un terzo mandato, a norma statutaria, è richiesta l’evidenza di “uno stato di eccezionalità” che non è mai stato sottoposto, dal presidente uscente, agli organi competenti per essere destinato ad approvazione, né sono mai state spiegate quali sono le ragioni per le quali questa “clausola di eccezionalità” abbia consentito a Massetti di presentarsi per il terzo mandato.

    Anche i tempi in cui si è svolta la convocazione dell’assemblea elettiva ci hanno lasciati alquanto perpIessi: il 19 di febbraio – in giunta – il segretario presentava la lista degli aventi diritto al voto, che limitava dai quasi 400 delle ultime votazioni a 261 il numero degli stessi, secondo le nuove modalità statutarie approvate su proposta dello stesso presidente un anno fa, informando che entro il 30 giugno saremmo andati ad elezioni.

    La giunta successiva, in data 8 marzo, il presidente comunicava come data di svolgimento dell’assemblea elettiva il 25 marzo, imprimendo una inaspettata accelerazione, a nostro giudizio per ostacolare la nostra raccolta firme di sostegno e metterci in difficoltà.

    L’8 marzo chiedemmo che il modello per la raccolta firme di sostegno alle liste venisse licenziato dalla giunta in modo che eventuali candidati potessero partire dallo stesso periodo, ma ci venne negato. Abbiamo avuto evidenza che, nella realtà, molte firme a sostegno del terzo mandato di Massetti sono state raccolte ancor prima che la giunta rendesse nota la data delle elezioni per il rinnovo cariche con modalità “discutibili”.

    In merito alla lista degli aventi diritto al voto, la cosa gravissima è che sono sparite intere categorie di mestiere ed intere aree mandamentali di rappresentanza, restringendo così la base di partecipazione al voto e alla vita associativa.

    Un’associazione sindacale dovrebbe allargare le basi del consenso e della partecipazione attraverso azioni di coinvolgimento del comparto artigianale presente sul territorio, anziché ridurre il numero dei delegati aventi diritto al voto con la motivazione che non hanno pagato la tessera o la quota di abbinamento diretto. Noi pensiamo che sarebbe stato meglio tentare un’azione di convincimento amichevole, piuttosto che passare alle maniere forti e cancellarli dalle liste di diritto al voto.

    Ma, forse, questo avrebbe voluto dire non avere il controllo della situazione da parte del presidente uscente.

    Per contro abbiamo trovato inserite nell’elenco ben 7 persone che portano il cognome Massetti e circa 60 (il 25%) dei 261 aventi diritto arrivano dal mandamento di Orzinuovi geograficamente vicino al presidente che è di Roccafranca, quindi area di sua grande influenza.

    Da parte nostra, abbiamo iniziato la raccolta delle firme di sostegno dall’8 marzo. Oltre alle firme di artigiani nostri sostenitori, abbiamo raccolto anche richieste di “cancellazioni di firme” già fatte a sostegno di Massetti le quali, a detta degli artigiani interpellati, erano state ottenute in modo “ambiguo”, senza precisare – all’atto della raccolta – che avrebbero potuto esserci altre liste.

    Una situazione paradossale, nella quale ci siamo trovati impossibilitati ad esercitare le più elementari forme di democrazia rappresentativa. Ci sono stati frapposti tutti gli ostacoli possibili e immaginabili senza alcun ritegno.

    Anche l’ultimo giorno di presentazione liste, sono successi episodi paradossali: mentre la commissione non avrebbe dovuto avere contatti con l’esterno, nella fase di verifica delle firme, abbiamo assistito a contatti tra il funzionario delegato alla commissione elettorale e il segretario, il quale ha consegnato una cartelletta alla commissione elettorale il cui contenuto ci è sconosciuto, questo quando l’ora di consegna firme era ampiamente scaduta.

    Un altro episodio che ci lascia perplessi, sulla trasparenza nello spoglio delle firme presentate a sostegno delle liste, è relativo ad alcune dichiarazioni di Massetti apparse sull’edizione di martedì 20 u.s. (quindi rilasciate la sera prima) del Giornale di Brescia, nelle quali dichiarava, tra le altre cose, di conoscere particolari riguardanti le firme presenti sulla nostra lista, quando la commissione elettorale ha licenziato il proprio verbale alle 16,30 dello stesso giorno. Come faceva Massetti a conoscere questi particolari la sera prima che il verbale fosse licenziato, rilasciando dichiarazioni al giornale? Chi lo aveva informato? Con quale correttezza la commissione elettorale ha valutato la presentazione delle liste?

    Questa situazione è l’ultimo tassello dopo tanti altri esempi di assoluto disprezzo del codice etico interno, come l’assunzione della figlia da parte del presidente in Upa Servizi Srl, società di gestione dei servizi erogati agli associati, controllata da Confartigianato Brescia, di cui lui è amministratore unico, senza ottenere il consenso dalla giunta.

    Come componenti della lista antagonista riteniamo che siano stati disattesi tutti i principali valori etici e morali che dovrebbero fare di un’associazione di rappresentanza come Confartigianato un esempio cristallino per tutti.

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