Bancarotta azienda Rimini, a capo un bresciano

Tre arrestati dalla Guardia di Finanza per un'indagine condotta dalla procura romagnola. Tra i coinvolti c'era anche un cittadino residente a Calcinato.

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(red.) Al termine di articolate attività di polizia economico e finanziaria, il comando provinciale della Guardia di Finanza di Rimini ha arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale riminese, tre pregiudicati, responsabili di aver ordito il fallimento di una ditta di commercio all’ingrosso e al dettaglio di calze, intimo ed accessori con sede a Misano Adriatico e distraendone prima del fallimento l’intero patrimonio. Le complesse indagini svolte dai militari, coordinati dalla procura, hanno condotto ad argomentare che l’impresa era stata costituita, sin dall’inizio, con lo scopo di portare a termine un preciso piano criminoso, da parte dei veri gestori dell’attività commerciale, ossia due fratelli, di origine pugliese, attivi nel settore del commercio ambulante, ma con diversi precedenti penali.

Il disegno emerso dagli accertamenti sarebbe consistito nel fare acquisire al loro prestanome, N .D., di 41 anni (senza alcuna esperienza imprenditoriale, nullatenente e con problemi di tossicodipendenza) – anche lui arrestato – la fiducia dei fornitori in modo da poter effettuare ingenti acquisti di merce e procrastinare i pagamenti, con il proposito di non onorarli a scadenza. Poi trasferire le giacenze di magazzino e i beni aziendali della ditta, prima del fallimento, ad altri soggetti sempre riconducibili ai due germani salentini. Quindi, acquistare la merce in esenzione d’Iva, dichiarandone l’esportazione, per poi venderla invece sul territorio nazionale in evasione d’imposta. Occultare le scritture contabili al fine di non consentire la ricostruzione del volume d’affari per l’anno 2014, a danno dell’Erario e degli altri creditori e scaricare la responsabilità del fallimento sul nullatenente N. D, su cui i creditori non avrebbero potuto rivalersi per ottenere il soddisfacimento dei propri crediti.

Le indagini hanno anche consentito di raccogliere elementi idonei a dimostrare che i coinvolti hanno distratto merce per un valore di oltre 5 milioni di euro. Sulla scorta di queste risultanze investigative, la procura tramite il magistrato Luca Bertuzzi ha chiesto e ottenuto dal giudice Vinicio Cantarini misure cautelari personali a carico dei principali indagati. In carcere è finito M. R., 51enne di Misano Adriatico e ai domiciliari il fratello, M. R., 41enne di Gallipoli e N. D. 41enne del bresciano. I provvedimenti restrittivi sono stati operati a Bologna, Gallipoli e Calcinato. Nei loro confronti le Fiamme gialle hanno anche dato esecuzione al correlato provvedimento di sequestro per oltre 200 mila euro.

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