Arresto figlio magistrato, scontro Buonanno-Anm

"Serve serenità di giudizio" scrive il sindacato dei magistrati in una nota. E il procuratore di Brescia attacca. "Ho dedicato tutta la mia vita a questo".

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(red.) Nuovi strascichi dopo l’arresto e il trasferimento in carcere di Gianmarco Buonanno, figlio del procuratore capo di Brescia Tommaso, per rapina a mano armata a un supermercato di Zogno, nella bergamasca. Infatti, come ne dà notizia il Giornale di Brescia citando comunicati e note, è scontro tra lo stesso procuratore e l’Associazione Nazionale Magistrati. Tutto parte da quanto scritto proprio dal sindacato in una nota. “In relazione ai recenti fatti di cronaca giudiziaria che hanno visto indirettamente coinvolta la persona del procuratore della Repubblica di Brescia, la Giunta distrettuale dell’Associazione Nazionale Magistrati ritiene, innanzitutto, doveroso esprimere composto rispetto per i risvolti umani e familiari della vicenda” si legge firmata dal presidente Guido Taramelli e dal segretario Stefano Franchioni.

“Quanto agli eventuali profili di incompatibilità ambientale connessi al rilevante ruolo rivestito dal procuratore, anche a livello distrettuale, è evidente come qualsiasi decisione non possa che spettare all’interessato e comunque al Consiglio Superiore della Magistratura. Nel ribadire la piena fiducia nell’autonomia e nell’indipendenza della magistratura del distretto, la Giunta auspica, tuttavia, che agli organi inquirenti e giudicanti siano sempre assicurate le condizioni per operare con la necessaria serenità di giudizio anche a tutela del prestigio e del rispetto della funzione giudiziaria”. Ma a questo ha voluto rispondere il magistrato di Brescia, attualmente in ferie fino a Pasqua per stare accanto alla famiglia in questi momenti.

Buonanno, nella replica riportata dal quotidiano bresciano, parla di “dissenso e stupore nel contenuto della delibera. La mia persona non è stata coinvolta, neanche indirettamente, in fatti di cronaca giudiziaria ed è estranea alla vicenda. Piuttosto, vittima di un uso illecito e spregiudicato del suo nome e della sua immagine che avrebbe meritato una riflessione e un intervento della Giunta”. Poi riferisce di come casi del genere e simili non siano stati trattati allo stesso modo. “Incompatibilità disancorata dalla realtà processuale – scrive ancora Buonanno – ma trovo incomprensibile e sollecito un chiarimento sul fatto che serva serenità di giudizio, come se fossero stati messi in forse dalla mia presenza alla guida della procura di Brescia. Trovo offensivo riferimento, non rientrando nelle mie abitudini di ingerirmi nell’attività degli organi. Per tutta la vita mi dedico all’autonomia e all’indipendenza della magistratura e non accetto che di questo si dubiti”.

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