Infortunio mortale Rovato, sabato funerale di Luca

Alle 10 nella chiesa di Villa Carcina l'ultimo saluto al 19enne morto in ospedale dopo il dramma in fabbrica. Venerdì giornata di scioperi nel bresciano.

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(red.) Rovato e Villa Carcina, nel bresciano, sono sotto shock per la morte di Luca Lecci, a soli 19 anni, stritolato nel tornio manuale al quale mercoledì 17 gennaio stava lavorando. La salma del giovane è stata ricomposta all’obitorio dell’ospedale Civile di Brescia dove è deceduto giovedì in seguito alle gravi ferite riportate nell’infortunio in azienda e sono già stati fissati i funerali a sabato 20 gennaio alle 10 nella chiesa dei Santi Tirso ed Emiliano, a Villa Carcina. Luca Lecci, appassionato di meccanica e motori, aveva compiuto 19 anni il 4 gennaio e, dopo aver frequentato l’istituto Artigianelli di Brescia, aveva trovato impiego nell’azienda di famiglia, la Elettrotecnica LG, proprio nel paese triumplino dove il ragazzo abitava con i genitori e il fratello. Poi il trasferimento della fabbrica nella zona industriale di Rovato, in via dello Stelvio, dove mercoledì si è consumato il dramma.

Luca stava lavorando a un vecchio tornio orizzontale, di quelli manuali e non a controllo numerico, per perfezionare le competenze manuali e dove è richiesto un lavoro di fino. Ma intorno alle 14,30, forse dopo essere rimasto impigliato con una manica, è finito bloccato nel macchinario che continuava a muoversi colpendogli la testa e un braccio. Tutto davanti agli occhi del padre Fontano che in qualche modo era riuscito a spegnere la strumentazione e ad allertare i soccorsi. In condizioni disperate, il giovane venne poi trasferito al Civile di Brescia dove ha perso la vita. Sull’episodio indagano i carabinieri e i funzionari dell’Agenzia di Tutela della Salute di Palazzolo che hanno sequestrato il tornio usato dal 19enne. A piangerlo, oltre i familiari, ci sono gli amici e i colleghi dell’azienda per una tragedia assurda. Mentre il profilo Facebook del ragazzo è stato riempito di messaggio di cordoglio.

Il dramma ha avuto un’eco nazionale, unendosi alla tragedia dell’infortunio sul lavoro a Milano e inducendo i sindacati a proclamare lo sciopero tra le aziende lombarde per la giornata di venerdì 19 gennaio. In realtà, l’astensione dal lavoro nel bresciano è iniziata giovedì dall’Iveco e dalle Fonderie San Zeno, Isoclima, Omb technologies e Cervati, poi alla Ferrosider di Ospitaletto, in Valtrompia il Banco Nazionale di Prova e la Redaelli, nella zona del Garda la Cromodora, la Las, la Foma, Tecnofil, Simonfond, Acciaierie di Calvisano, alla Strambini & Boroni e alla Vaia Carmentre e venerdì sarà il turno di altre in provincia, oltre che nella settimana successiva. Una situazione che fa parlare ancora dei dati sugli infortuni sul lavoro e che sono in aumento. Almeno lo dice un rapporto della Cisl Lombardia basato sulla relazione dell’Inail per il 2017. E nel bresciano da gennaio a novembre dell’anno passato si sono registrati 105 casi di infortunio in più rispetto allo stesso periodo del 2016.

Sull’ennesimo caso tragico sul lavoro, ancora più drammatico visto che ha colpito un giovanissimo, i sindacati della Cgil, Cisl e Uil hanno diffuso un comunicato congiunto. “Con l’infortunio mortale accaduto al giovane 19enne nell’azienda del padre, l’anno 2018 inizia sotto i peggiori auspici a un giorno appena dalla tragica morte dei tre operai di Milano. Quello che inquieta, insieme al dolore per la perdita delle vite dei lavoratori, è assistere al susseguirsi di buoni propositi, per i giorni immediatamente successivi, che non si traducono però in una reale azione sulle modalità concrete da mettere in atto per limitare questa strage continua. Per l’anno 2017 la tragica contabilità dei morti sul lavoro per Brescia registra 23 infortuni mortali (circa 2 al mese), quattro in più rispetto al 2016. E a livello nazionale, dai dati pubblicati mensilmente da Inail, la Lombardia è al vertice dell’emergenza con il maggior numero di lavoratori deceduti, ben 127 a novembre 2017, seguita da Emilia Romagna.

Già dai primi giorni dell’anno dunque i tragici eventi ci impongono di mantenere alta l’attenzione e l’impegno per tutto ciò che riguarda la sicurezza sul lavoro. E tutte le parti istituzionali e sociali devono continuare ad impegnarsi in modo costante e con azioni mirate che possano prevenire i rischi e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Purtroppo – continua la nota – si rafforzano le motivazioni che ci hanno spinto a proclamare un’ora di sciopero in tutte le aziende metalmeccaniche lombarde. Un’iniziativa tesa a sensibilizzare la classe dirigente imprenditoriale, le aziende metalmeccaniche, tutte le istituzioni preposte a tutela e a salvaguardia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, i mass media e l’opinione pubblica sulla necessità improrogabile di prendere coscienza su quella che negli ultimi tempi sta diventando una vera e propria emergenza. Serve un atto di responsabilità a tutti i livelli, ognuno per il proprio ruolo, affinché siano realizzati concretamente passi in avanti e concreti nella tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, a partire dalla prevenzione, alla formazione di tutti gli occupati, dal rispetto delle norme di sicurezza previste al corretto uso dei dispositivi di protezione individuale”. “Le procedure, le tecnologie e le condizioni lavorative, sindacali e normative ci sono – commenta il segretario della Fiom di Brescia Francesco Bertoli.- Da Milano a Rovato non si può morire così nel 2018”.

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