Carpenedolo, salvato da suicidio in Santuario

Mercoledì il ragazzo ha scritto su Whatsapp agli amici della volontà di farla finita. Sulla terrazza dell'edificio religioso è stata decisiva la Polizia.

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(red.) Il Santuario della Madonna del Castello di Carpenedolo, nel bresciano, è tornato alla ribalta delle cronache per un tentativo di suicidio compiuto stavolta da un 15enne, poi salvato in tempo. E’ accaduto mercoledì 17 gennaio e del caso ne dà notizia Bresciaoggi. Al termine della giornata di lezioni, il ragazzo ha postato sul gruppo di Whatsapp in cui è iscritto con altri amici e compagni la volontà di togliersi la vita. Quindi, ha raggiunto l’edificio religioso ed è salito lungo la scalinata arrivando al cornicione della terrazza e con l’intento di lanciarsi nel vuoto. Ma gli stessi amici del gruppo tecnologico si sono precipitati sul posto e guardando verso l’alto hanno chiesto al 15enne di scendere e di non compiere il gesto estremo.

Uno dei presenti ha anche allertato la Polizia locale facendo giungere una pattuglia. Gli agenti hanno parlato con il ragazzino e a passo lento e tranquillizzante hanno raggiunto il giovane al cornicione. Da qui lo hanno poi messo in salvo. Sentito sui motivi di quella triste volontà di farla finita, il 15enne ha detto di aver avuto una lite con il padre. Il ragazzo è stato poi accompagnato al comando di Polizia ed è stata avvisata anche la famiglia che ha potuto riabbracciare il figlio. L’episodio non avrà risvolti giudiziari, ma è stato comunque segnalato ai Servizi sociali. Come detto, non è la prima volta che il santuario si trasforma in un luogo di morte dopo gesti estremi.

L’ultimo in ordine di tempo si era verificato nell’aprile del 2016 quando un giovane aveva postato sul proprio profilo di Instagram la data di nascita e quella di decesso prima di lanciarsi nel vuoto. La triste escalation parla di sei persone che in sei anni si sono lanciate dal balcone: cinque di loro sono morte, un’altra è stata salvata. Una situazione che la parrocchia conosce molto bene, così come i cittadini. La ringhiera che porta verso l’ingresso non si può alzare perché l’edificio è sotto la tutela della Soprintendenza, ma il Comune ha approvato un progetto da 150 mila euro con cui allestire telecamere di videosorveglianza, anche intorno al santuario.

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