“Nell’inceneritore il 90% dei rifiuti non è bresciano”

Lo sostiene una nuova associazione, Emergenza Ambiente, che ha deciso di scendere in campo con una campagna di sensibilizzazione sull'impianto di A2A Ambiente.

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    (red.) “Oltre il 90% dei rifiuti bruciati dell’inceneritore non proviene da Brescia”. È questo il dato sorprendente che i cittadini leggeranno sui manifesti affissi a Brescia durante la settimana dalla neonata associazione Emergenza Ambiente. La diminuzione dei rifiuti conferiti da parte della città, è frutto dell’impegno profuso dai cittadini nella raccolta differenziata nell’ultimo anno.

    “Il tema dell’inquinamento a Brescia è ormai un problema da cui non è più possibile sottrarsi: si moltiplicano infatti gli studi che segnalano l’esistenza nella nostra città di un gravissimo degrado ambientale. Allarmato dalla situazione”, si legge in una nota dell’associazione, “nel corso del 2017 un gruppo di cittadini bresciani ha deciso di creare un’associazione con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sull’emergenza ambientale, di sollecitare le autorità competenti a intervenire urgentemente con azioni correttive, e di ottenere che il tema ambientale diventi priorità alta nell’agenda di tutte le forze politiche in vista della prossima campagna elettorale”.

    La nuova associazione, denominata Emergenza Ambiente, è autofinanziata, non fa riferimento ad alcun movimento politico, è aperta a ogni forma di collaborazione con istituzioni e organizzazioni interessate al tema dell’ambiente ed è disponibile al confronto con i soggetti preposti al governo del territorio. L’attività dell’associazione ha preso il via con l’organizzazione della campagna informativa sull’inceneritore bresciano, accompagnata dalla pubblicazione sul sito www.emergenzaambiente.it di un rapporto sull’incenerimento dei rifiuti a Brescia, con testi e video, e dal lancio di una petizione online in cui si avanzano tre proposte all’Amministrazione comunale:

    1. la riduzione sin da subito di almeno un terzo della quantità di rifiuti conferita al termovalorizzatore;
    2. il monitoraggio dello stato dei terreni nelle zone intorno all’inceneritore;
    3. l’esecuzione delle indagini prescritte a suo tempo dalla Regione Lombardia sugli alimenti prodotti nella zona sud-est di Brescia

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