Strage Loggia, Tramonte dovrà tornare in Italia

La Corte Suprema del Portogallo ha respinto il ricorso del condannato che si era opposto all'estradizione. L'ex fonte Tritone deve scontare l'ergastolo.

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(red.) L’ex fonte Tritone dei servizi segreti Maurizio Tramonte, condannato all’ergastolo in via definitiva per la strage di piazza Loggia, a Brescia, del 28 maggio 1974, dovrà scontare la pena in Italia. Infatti, come si legge in una nota della Casa della Memoria che ne dà notizia, la Corte Suprema del Portogallo ha respinto il ricorso di Tramonte per opporsi all’estradizione in Italia. Nella strage del 1974 persero la vita 8 persone e oltre 100 rimasero ferite.

Nel giugno 2017, con la pronuncia di condanna a vita da parte della Cassazione anche nei confronti di Carlo Maria Maggi, che sta scontando la pena ai domiciliari per motivi di salute, l’ex fonte dei servizi segreti era andato a Fatima, in Portogallo. Aveva detto di voler pregare in attesa del giudizio, per poi essere fermato d’intesa con i carabinieri del Reparto Operativo Speciale. In seguito al fatto che Tramonte non volesse tornare indietro, la situazione si era subito complicata per l’estradizione e la burocrazia connessa.

Ora è arrivata la decisione della Corte Suprema lusitana che di fatto obbliga l’ex fonte Tritone a tornare in Italia per scontare la pena. “Si ringrazia il Governo, il Ministero della Giustizia e degli Affari Esteri per l’impegno profuso al raggiungimento di questo obbiettivo” scrive il presidente della Casa della Memoria Manlio Milani. “Non capisco perché si ringrazi lo Stato che ci ha messo 43 anni per condannare un presunto colpevole – ha detto la figlia 33enne di Tramonte – secondo me mio padre dovrebbe ricorrere alla Corte Europea dei Diritti umani. Comunque non so quando tornerà in Italia”.

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