Ceto, ex addetta Nk digiuna e in catene ai cancelli

La forma di protesta di un'ex dipendente dell'azienda tessile di Nadro è iniziata lunedì. "Non mi muovo da qui finché non avrò risposte dalla politica".

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    (red.) Da lunedì mattina 13 novembre un’ex dipendente della “Nk Manifattura” di Nadro di Ceto, nel bresciano, chiusa nel 2015, si è incatenata ai cancelli dell’azienda e ha iniziato lo sciopero della fame. Ne dà notizia Bresciaoggi. Si tratta di una 53enne, vedova, con tre figli a carico e 700 euro mensili dalla Naspi, che ha deciso di avviare, sostenuta da un’amica, questa forma di protesta. In sua assistenza sono arrivati anche alcuni rappresentanti del sindacato, ma la donna dice di voler continuare quella sua azione fino a quando la politica non si muoverà.

    L’ex dipendente dice di voler rappresentare le altre 71 che insieme a lei sono state licenziate dalla proprietà dell’azienda tessile, così come i disoccupati e le famiglie della Valcamonica. C’è da dire, infatti, che i dipendenti della “Nk” erano soprattutto donne e questo aumenta il disagio a livello familiare. “Vorrei che un qualsiasi politico provasse a trascorrere una settimana in questa condizione in cui ci troviamo – dice l’ex dipendente – per verificare la reazione”.

    E conferma di non voler muoversi finché un ente non le dia risposte sul futuro dell’azienda. Anche perché dopo l’ultimo presidio di ottobre nessuno si sarebbe fatto avanti. I sindacati sottolineano come per le 72 addette ci siano state poche opportunità di lavoro dopo la chiusura dell’impresa camuna e che ogni tentativo di riconversione dello stabilimento è fallito. Quindi, si punta su un nuovo tavolo istituzionale e sulla Regione Lombardia chiedendo la disponibilità di imprenditori che volessero investire sul sito produttivo.

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