Gioco azzardo, regole a Brescia e in hinterland

Nel 2016 i bresciani hanno speso 2,2 miliardi per giocare, incassandone 1,7 di vincite. 500 milioni persi. In arrivo riduzione degli orari per macchinette.

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    (red.) Nel 2016 i bresciani di città e provincia abituati a giocare d’azzardo, che siano lotterie, scommesse o slot machine, hanno speso il 5% del prodotto interno lordo bresciano per condurre il loro vizio. Lo dicono i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativi proprio all’anno passato. Ed entrando nei dettagli, si scopre che i bresciani hanno giocato 2,2 miliardi di euro in un anno, riuscendo a guadagnarne 1,7 dai vari giochi. Questo vuol dire che si sono “persi” 500 milioni di euro.

    E’ un dato allarmante e da mettere in luce in vista di quello che si sta facendo a Brescia per contrastare il fenomeno. A dicembre, infatti, i Consigli comunali dei sedici paesi dell’hinterland e su proposta di palazzo Loggia scriveranno un regolamento condiviso per cui in tre fasce orarie le macchinette dovranno restare spente.

    Ad annunciarlo è l’assessore comunale di Brescia Valter Muchetti che sottolinea come questo sia il primo caso di intesa a livello nazionale. Ed è atteso un provvedimento simile nel resto d’Italia con la riduzione della possibilità di tenere accesi i dispositivi solo fino a 6 o 8 ore al giorno.

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