Bracconaggio, boom di illeciti in due settimane

Bilancio dell'Operazione Pettirosso condotta da ex Noa. Brescia sempre al primo posto per i cacciatori non corretti: trappole, uccelli e fucili sequestrati.

(red.) I militari del Soarda, l’ex Nucleo Operativo Antibracconaggio, hanno denunciato 68 persone sul territorio bresciano e nell’arco di due settimane per caccia illegale. Si tratta dell’Operazione Pettirosso, condotta tutti gli anni, per fermare trappole, l’uccisione di uccelli protetti, tra cui diversi rapaci e la presenza di reti e richiami acustici illeciti. Nell’ambito dell’attività, è finito anche il cacciatore 67enne di Gussago che aveva una trappola per catturare pettirossi, avifauna morta e due fucili fabbricati in casa, di cui la versione modificata del suo bastone.

Un altro è stato beccato in Valtrompia con varie trappole ed è fuggito con uno dei suoi cani. Peccato che l’altro animale di fiducia abbia poi condotto le forze dell’ordine al domicilio del bracconiere. Nei guai anche un campione di corsa in montagna, residente sempre in Valtrompia, che con altri due cacciatori è stato sorpreso con un sistema di trappole. E’ riuscito a fuggire, ma poi si è ritrovato i militari in casa.

Un altro, sul Sebino, è stato trovato in possesso di 110 trappole e denunciato due volte nella stessa giornata perché cercava di armeggiare con i pettirossi catturati. In Valsabbia, invece, un bracconiere è stato fermato con tre reti nel suo giardino e con cui aveva ucciso un centinaio di uccelli protetti, mentre aveva altre dieci reti identiche. Il bilancio totale di due settimane, oltre alle denunce, parla del sequestro di 800 trappole per uccelli, 25 fucili, 137 reti illegali, 44 lacci, anellini di identificazione falsi e 15 richiami acustici.

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