Milioni di fatture false, c‘è anche una bresciana

La Finanza di Bergamo ha scoperto società "cartiere" che emettevano 104 milioni di euro in documenti falsi. Ai domiciliari tre componenti di una banda.

(red.) La Guardia di Finanza di Bergamo e Brescia, con la collaborazione degli agenti di Velletri, ha scoperto un giro di fatture false per 104 milioni di euro che sarebbero state emesse da società cartiere intestate a prestanome scelti tra i disoccupati e tossicodipendenti. A capo di tutto ci sarebbe una banda formata da tre persone, di cui una bresciana. A ricostruire i fatti è stata la magistratura di Bergamo che ha ottenuto dal giudice gli arresti delle tre persone. Si tratta di Stefano Consonni, 62enne di Albano Sant’Alessandro, in provincia di Bergamo, la 55enne bresciana Eleonora Bergamini di Capriolo, impiegata a Seriate e di Franco Gargiulo, 61enne di Velletri.

Tutti sono finiti ai domiciliari. Il giudice nell’ordinanza, citata dal Corriere della Sera, parla di società create e intestate a prestanome, reclutati in ambienti disagiati, nullatenenti, malati terminali e pluripregiudicati. Ma anche a tossicodipendenti, tanto che uno di loro incassava 20 euro e una bottiglia di birra ogni settimana. Le società erano presenti tra le province di Bergamo e Brescia, ma senza sedi né documenti fiscali. In questo modo le aziende vere e operative, complici, sfruttando le fatture false riuscivano ad abbattere i ricavi. Dal 2011 si sarebbe così arrivati ai 104 milioni di “buco”. Arrivati attraverso le false compensazioni di Iva mostrate al Fisco e dalla liquidità delle aziende operative che versavano il denaro sui conti gestiti dai tre arrestati.

Si parla di maxi prelievi, dal 2012 al 2017, di oltre 15 milioni di euro e 1,3 milioni da un conto postale nel solo marzo 2016. Questi ultimi erano garantiti da persone reclutate dalla banda e che operavano nello stesso momento in una giornata sul territorio. Tutto questo è finito nel mirino delle Fiamme Gialle dopo una serie di verifiche e scoprendo operazioni inesistenti compiute da ventotto società bresciane e bergamasche, oltre che inglesi e bulgare.

Proprio in Bulgaria i militari hanno compiuto un controllo in un’azienda che ha sede fiscale a Villanuova sul Clisi. L’accusa va dall’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all’evasione fiscale da parte della procura di Bergamo e portando a 159 indagati. Tra loro, era stato chiesto il carcere per Consonni, Bergamini e Gargiulo e i domiciliari per altri 27. Ma niente associazione a delinquere, quindi i tre restano ai domiciliari.

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