Omicidio Raccagni, Cassazione conferma pene

L'ultimo grado di giudizio ha ribadito quanto aveva emesso la Corte d'Appello di Brescia per i quattro imputati. Vedova: "Restano comunque sentenze lievi".

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    (red.) Venerdì 13 ottobre la Corte di Cassazione ha confermato le condanne nei confronti di tre dei quattro imputati albanesi (uno non ha presentato ricorso all’ultimo grado di giudizio) per l’omicidio di Pietro Raccagni. Si tratta del macellaio che la sera dell’8 luglio del 2014 venne svegliato in casa a Pontoglio, nel bresciano, da una banda di rapinatori intenzionata a rubargli la sua auto parcheggiata. L’uomo si trovò di fronte ai malviventi, di cui uno lo colpì con una bottiglia di Champagne facendolo stramazzare a terra.

    Poi il ricovero d’urgenza in ospedale dove il macellaio morì dopo undici giorni di agonia. Per quell’omicidio sono stati confermati i 15 anni e sei mesi già inflitti dall’appello di Brescia per Vitor Lleshi che avrebbe usato la bottiglia per colpire Raccagni. Stessa pena per il cugino Pjetr Lleshi, così come per Ergreen Cullaj a 16 anni, sei mesi e venti giorni.

    Il quarto, Erion Luli, che avrebbe fatto da palo alla rapina degenerata e non ha presentato ricorso, era già stato condannato dalla Corte d’Appello a 14 anni e quattro mesi. “Sono contenta per le pene confermate – ha commentato la vedova di Pietro Raccagni, Federica Pagani – ma sono comunque lievi. Bisogna togliere la possibilità del rito abbreviato in casi di omicidio”.

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