Medtronic Roncadelle: no al trasferimento in Messico

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    (red.) Centoventicinque posti di lavoro a rischio, alla Medtronic di Roncadelle servono politiche attive per riqualificare e ricollocare i lavoratori e le lavoratrici. È questo il senso della lettera con richiesta di incontro urgente inviata oggi da Cgil, Cisl, Uil e dalle rispettive categorie interessate Filctem, Femca e Uiltec Brescia al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, al responsabile delle Politiche attive del Ministero del Lavoro Maurizio Del Conte, al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e al presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli. Nella lettera viene ricostruita la vicenda che ha portato alla situazione odierna:

    «L’azienda nel 2010 viene acquistata per una somma di circa 500 milioni di dollari dalla multinazionale Statunitense Medtronic. Una azienda florida all’avanguardia e che opera nel settore del biomedicale. Dopo circa un anno la nuova proprietà annuncia un piano industriale che prevede la dismissione di alcune produzioni e lo spostamento di altre attività in Messico. Si avviano processi di uscita di lavoratori in modo volontario e nel contempo si utilizzano gli ammortizzatori sociali previsti dalle norme compreso l’utilizzo del contratto di solidarietà ultimato il 23 marzo 2017. Il 24 marzo 2017 l’azienda apre la procedura di licenziamento collettivo per 125 lavoratori dichiarati esuberi rispetto al piano strategico».

    Un cospicuo numero di lavoratori, viene ricordato nella lettera, ha dichiarato però la propria disponibilità alla riduzione di orario da 40 a 30 ore settimanali con l’obiettivo di ridurre il numero degli esuberi. Di qui la richiesta sindacale di un incontro urgente: «Riteniamo importante coinvolgere tutte le istituzioni per poter utilizzare le politiche attive attraverso gli strumenti legislativi finalizzati alla riqualificazione e alla ricollocazione dei lavoratori che sono portatori di esperienze e professionalità che non possono essere disperse».

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