Delitto Simonini, ecco le motivazioni alla condanna

Elio Cadei ha ricevuto 20 anni per il rito abbreviato e perché si è visto riconoscere le attenuanti. Quella notte era sotto l'effetto di alcol e droghe.

Più informazioni su

(red.) Elio Cadei, il 49enne condannato l’1 marzo a vent’anni di carcere per il delitto della compagna Simona Simonini il 16 novembre del 2015 a Provaglio d’Iseo, nel bresciano, ha ricevuto quella sentenza per diversi motivi. Da una parte sono state riconosciute le attenuanti e dall’altra lo sconto di un terzo della pena perché l’uomo ha chiesto e ottenuto di farsi giudicare con rito abbreviato. E’ tutto scritto nelle motivazioni depositate nei giorni precedenti al 23 marzo dal giudice Elena Stefana che ha inflitto la condanna. Secondo il magistrato, quel delitto è maturato in una situazione fatta di droga, alcol e farmaci.

Il fatto che Cadei quella notte – l’ultima per Simona – fosse sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti non giustifica l’omicidio, ma ha permesso di riconoscere le attenuanti. Nelle motivazioni si parla anche della vittima e degli eccessi che condivideva con il compagno. Ma veniva spesso soggiogata dallo stesso Cadei, contando nella superiorità fisica dell’uomo. Tanto che che diverse volte la donna si era presentata ai carabinieri per denunciare le violenze subite dal compagno. Fino all’ultima, fatale lite a suon di calci e pugni che le hanno tolto la vita.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.