Delitto Simonini, chiesto ergastolo per Elio Cadei

Il destino dell'uomo sarà deciso con la sentenza attesa l'1 marzo. E' accusato di aver malmenato la convivente a Provaglio d'Iseo, poi trovata uccisa.

(red.) Mercoledì 22 febbraio al tribunale di Brescia si è svolta l’ultima udienza del processo con rito abbreviato che vede imputato Elio Cadei. L’uomo è accusato dell’omicidio della convivente Simona Simonini, trovata senza vita il 17 novembre 2015 nella camera da letto che la donna condivideva con Cadei a Zurane di Provaglio d’Iseo, nel bresciano. Davanti alla corte presieduta dal giudice Elena Stefana, il pubblico ministero Carlo Milanesi ha chiesto una condanna all’ergastolo per l’uomo.

La ricostruzione di quanto avvenuto quel giorno era stata eseguita dai carabinieri, comprendendo il fatto che prima della morte Simona ed Elio avevano assunto alcol e sostanze stupefacenti. Ma l’autopsia eseguita sul corpo della donna aveva certificato che a ucciderla erano state le botte e i pugni che Cadei gli avrebbe sferrato. L’udienza, oltre all’arringa dell’accusa con la richiesta della condanna e la posizione della difesa, ha dato l’occasione anche per sentire i periti. Da una parte la relazione del professionista incaricato dal giudice e dall’altra quello della difesa.

Secondo il primo, Cadei avrebbe avuto una mente instabile, ma non tale da provocare un disturbo che avrebbe minato la capacità di intendere e volere. Mentre l’assunzione di alcol e droghe sarebbe stata fatta con la volontà e la consapevolezza delle conseguenze. Al contrario il perito a favore dell’imputato ha sottolineato che proprio i leggeri disturbi alla psiche sarebbero stati aumentati dall’aver alzato il gomito e aver preso droghe. Di fronte all’istanza di ergastolo, l’avvocato difensore ha chiesto di riconoscere la seminfermità mentale per il proprio assistito e le attenuanti generiche. La sentenza è attesa per l’1 marzo.

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