Omicidio Da Frank, giudice: nato per invidia

Depositate le motivazioni di condanna verso i cinque coinvolti nell'uccisione dei titolari della pizzeria. "Nessun pentimento e donna ammazzata per caso".

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(red.) “Omicidio nato per invidia e nessuno di loro ha espresso il minimo pentimento”. E’ la sintesi di quanto scrive il giudice delle udienze preliminari di Brescia Alessandra Sabatucci nelle motivazioni (depositate venerdì 14 ottobre in tribunale) alle condanne per l’omicidio dei coniugi Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari. I due vennero massacrati nella loro pizzeria e pasticceria notturna d’asporto “Da Frank” l’11 agosto del 2015, in via Valcamonica. Per quell’omicidio sono stati condannati in abbreviato all’ergastolo Mohammed Adnan e Sarbjit Singh, 20 anni per Santokh Singh, 6 anni a Gurjeet e 5 anni e 4 mesi a Jasfir Lal.
Nelle motivazioni si legge che Mohammad Adnan, titolare del negozio concorrente di “Da Frank” e dall’altra parte della piazza, avrebbe pianificato tutto in ben nove mesi. Ricerca di uomini e mezzi per togliere di mezzo chi gli avrebbe impedito di lavorare a causa della forte concorrenza nel settore. Anche se, scrive il giudice, i coniugi non avrebbero mai interferito nell’attività commerciale dell’indiano. E l’omicidio di Giovanna Ferrari sarebbe avvenuto “per caso” perché “in quel momento c’era anche lei nel negozio”.

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