Mazzette per appalti, bresciano tra gli arresti

Alessandro Raineri avrebbe millantato contatti con le istituzioni per corrompere le società di cantieri da cui ricevere i lavori. Tra questi, alla Malpensa.

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(red.) Quattordici arresti messi a segno lunedì mattina 3 ottobre dalla Guardia di Finanza per opera di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano. L’accusa è quella di aver usato mazzette in cambio di subappalti per il collegamento ferroviario tra il terminal 1 e il 2 dell’aeroporto di Malpensa, ma anche di opere pubbliche lombarde. Somme, per svariati milioni di euro, date a Davide Lonardoni di Nord Ing. Tra gli arrestati, c’è anche il faccendiere bresciano Alessandro Raineri che avrebbe millantato contatti con personalità e istituzioni, anche nella Capitale, per poter incassare il denaro con cui “avrebbe potuto risolvere i problemi dell’organizzazione”.
Questo è quanto scrive il giudice Alessandra Simion del tribunale di Milano. Si tratta di una presunta associazione a delinquere, sgominata dalle Fiamme Gialle, composta da imprenditori bergamaschi e calabresi con collegamenti, secondo il giudice, con la ‘ndrangheta. Sembra che il gruppo facesse riferimento a una serie di società edilizie, scollegate ma inserite in un sistema e legato all’imprenditore bergamasco Pierino Zanga. Le aziende sarebbero riuscite a procurarsi i subappalti in diverse cadenze e in modo da evitare controlli fiscali. Il bresciano, considerato a libro paga degli imprenditori, avrebbe sfruttato i contatti con le istituzioni per consentire all’associazione di corrompere le società appaltatrici in cambio di agevolazioni nei lavori.

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